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La protesta a Roma dei lavoratori del settore agroalimentare e ambientale Sbarra: “Serve piu’ rispetto per la dignita’ ed il lavoro di oltre due milioni di persone che ogni giorno costruisce ricchezza e coesione per il Paese”

Pubblicato il 11 Mag, 2019

banner manif agroalimentare211 Maggio 2019 – “Pieno sostegno della Cisl alla Fai Cisl che oggi manifesta a Roma con i sindacati del settore agroalimentare ed ambientale contro il caporalato, per la legalità, la tutela dei salari, i giusti rinnovi contrattuali e il rispetto della dignità di questi lavoratori”. Così la Segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan dal suo account twitter sulla manifestazione unitaria dei lavoratori agroalimentari-ambientali, #LeRadiciDelLavoro organizzata da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil per accendere i riflettori sul comparto agricolo e dell’industria alimentare e chiiedere: aumento dei salari, rinnovo dei Ccnl fermi da anni, ammortizzatori per i lavoratori della pesca, applicazione della legge 199 contro il caporalato. La manifestazione si inserisce nel quadro delle mobilitazioni unitarie promosse da Cgil, Cisl e Uil che hanno caratterizzato questi mesi, dopo la straordinaria manifestazione “Futuro al Lavoro” del 9 febbraio..
“Continua la nostra mobilitazione, continua la nostra battaglia per invocare una diversa impostazione della politica economica e sociale di questo Governo” ha detto Luigi Sbarra, Segretario generale aggiunto della Cisl a margine della manifestazione. “Oggi la Cisl è vicina alle rivendicazioni dei lavoratori agroalimentari e ambientali. Serve più rispetto per la dignità e il lavoro di un popolo di oltre 2 milioni di persone che ogni giorno costruisce ricchezza e coesione per il Paese”.
“Bisogna spezzare le catene che in agricoltura ancora costringono più di 300mila persone a subire le minacce dei caporali – continua il numero due della Cisl -. Servono più controlli e ispezioni sui luoghi di lavoro e sul territorio, più progetti di sistema partecipati, e soprattutto la piena applicazione della Legge 199, conquistata dal sindacato tre anni fa e da allora colpevolmente ferma sulla parte preventiva. Occorre dare pieno riconoscimento alle specificità dei lavori gravosi, pesanti, spesso usuranti, che tuttavia vengono trattati come tutti gli altri dalla nuova normativa sulla previdenza. Non si può chiedere a un bracciante agricolo di piegarsi sui campi fino a 70 anni. Siamo contro la flat-tax, che accumula ricchezza verso l’alto, e chiediamo maggiore giustizia sul fisco, con l’abbattimento delle tasse sui redditi medi e popolari da lavoro e da pensione, un passo necessario se si vogliono davvero aumentare salari alle persone che hanno più bisogno. Va restituito il sacrosanto diritto alla contrattazione nazionale ai nostri lavoratori forestali, e valorizzata la loro opera nel quadro di un grande piano contro il dissesto idrogeologico che metta in sicurezza i nostri borghi, le nostre comunità locali. Ci vogliono investimenti veri, che specialmente al Sud assicurino infrastrutture materiali e sociali, legalità e presidio istituzionale. Tutto questo richiede una nuova stagione di confronto: il Governo smetta di litigare su tutto e ascolti le Parti Sociali. Senza riposte la nostra mobilitazione non si fermerà”, ha concluso. (VIDEOINTERVISTA SU@CislNazionale )

“Pretendiamo sicurezza per chi lavora nei campi, nei boschi, nei consorzi, in mare. Denunciamo qui, oggi, che i braccianti bruciano vivi nelle baracche e che nei campi e nelle industrie ci si ammala per l’uso di sostanze pericolose”. Ha sottolineato il Segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota intervenuto dal palco di  Piazza Bocca della verità dopo diversi lavoratori e lavoratrici dell’agroalimentare e dell’ambiente. 
Tante le persone coinvolte dalle richieste di Fai Flai e Uila a livello nazionale: 25 mila pescatori, 60 mila forestali, 400 mila alimentaristi, 2 mila allevatori, altri 2 mila dipendenti dei consorzi agrari, 10 mila quelli dei consorzi di bonifica, ai quali si aggiungono 25 mila impiegati e 1 milione e mezzo di operai per l’agricoltura. Tra le richieste avanzate nella piattaforma, gli ammortizzatori sociali per la pesca e quelli per gli operai agricoli dei territori pugliesi colpiti da xylella e gelate, che sono stati riconosciuti solo per metà rispetto a quanto promesso. Ci sono poi le proposte per la valorizzazione dei consorzi di bonifica come strumenti per la tutela idrogeologica del territorio, nonché per rinnovare al più presto i contratti nazionali degli allevatori e dei forestali, scaduti da 10 e 7 anni.  

Al centro della manifestazione, anche la lotta al caporalato: “Non bastano le ruspe sui ghetti, occorre costruire case, togliere il controllo degli alloggi pubblici alle mafie, – ha detto Rota – toglierlo al sistema clientelare e corruttivo: questa è vera sicurezza, assieme al contrasto delle aziende agricole senza terra. Gli strumenti per farlo ci sono, occorre dare piena applicazione alla legge 199, sostenere le buone pratiche attivate sui territori grazie al nostro contributo, e poi mettere in campo gli ispettori promessi, che nessuno ha ancora visto. Questo governo – ha detto Rota – parla tanto di Made in Italy ma in realtà sta mortificando il mondo del lavoro agroalimentare. Per chi contribuisce con il proprio lavoro, con la propria fatica, con il proprio sudore al madeinitaly, questo non si presenta come un anno bellissimo. Caro Presidente Conte, questo non è un anno bellissimo!” – ha concluso. (Per saperne di più:  wwwfaicisl.it)

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