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Salute e sicurezza. Incidente Livorno: “Non si può continuare a morire di lavoro!” Sciopero di 8 ore e fiaccolata cittadina

Pubblicato il 29 Mar, 2018

LivornoRoma, 29 marzo 2018. “Ancora una tragedia sul lavoro. La morte dei due operai al porto di Livorno è un fatto grave che addolora tutti. Ora basta. Non si può continuare a morire di lavoro. Il primo maggio sarà una giornata di lotta e di denuncia forte. Sicurezza e salute sono una questione nazionale”. Così  la Segretaria Generale Cisl, Annamaria Furlan, sull’esplosione nel porto di Livorno dove hanno perso la vita due operai.
Ed oggi Cgil Cisl Uil hanno proclamato uno sciopero generale cittadino di 8 ore oggi ed una fiaccolata che partirà da Piazza della Repubblica alle ore 21, a Livorno.

“Non possiamo andare avanti così. Morire sul lavoro è una barbarie che deve finire e per questo non basta piangersi addosso, ma bisogna mettere in campo tutti gli accorgimenti previsti, sempre ! Confidiamo nella magistratura che faccia piena luce sull’accaduto e che in tempi brevi individui le responsabilità.” Il commento di Stefano Boni, Segretario della Fit Toscana. “Esprimiamo sincere condoglianze ai familiari degli operai coinvolti e vicinanza ai colleghi e a tutti gli addetti che sono accorsi sul posto per prestare i primi soccorsi.  Le imprese, le istituzioni, tutti i soggetti preposti non devono mai dimenticarsi, nemmeno per un minuto, di mettere al centro della loro attenzione la sicurezza nei luoghi di lavoro. Per non continuare a piangere morti, come siamo costreti a fare oggi”.
 

“Siamo addolorati e mortificati per quanto successo” dichiara il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza sottolineando che “la grande battaglia è quella per promuovere la cultura della sicurezza. Non basta un corso di poche ore o qualche dispensa da leggere quando si inizia a lavorare. Serve una formazione strategica, vera e costante; a cominciare dalle scuole. Chiederemo per questo alla Regione di rivolgere un invito forte agli istituti superiori toscani, accompagnato anche da risorse per progetti specifici, affinché prevedano, soprattutto per i professionali e tecnici, un corso specifico sulla sicurezza. Su questo impegno – conclude – chiediamo che tutti facciano il massimo. Di fronte al valore supremo della vita non ci possono essere resistenze o pigrizie, non c’è profitto o ruolo da difendere che tenga, se vogliamo ancora poterci chiamare uomini”.

 

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