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Unione europea. Le priorità di Cgil Cisl Uil per il rilancio di una politica di coesione per un’Europa federale, sociale e dei popoli

Pubblicato il 9 Apr, 2018
Europa
 
Roma, 9 aprile 2018. I Segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Gianna Fracassi, Angelo Colombini e Guglielmo Loy presentano oggi al Parlamento Europeo, nell’ambito dell’iniziativa ‘Le priorità del sindacato italiano. Il quadro finanziario pluriennale post 2020 e la politica di coesione europea’, un documento unitario sulle priorità strategiche delle tre confederazioni nel quadro finanziario pluriennale post 2020.
“Il rilancio della politica di coesione europea deve essere la pietra angolare sulla quale fondare il prossimo quadro finanziario pluriennale post 2020, poiché rappresenta il tramite per costruire un’Europa federale, sociale e dei popoli” si legge nel documento unitario nel quale Cgil Cisl Uil  evidenziano alcune criticità nelle poste di bilancio contenute nella recente comunicazione della Commissione.
 
Per quanto riguarda le risorse, i sindacati auspicano che “il principio guida del prossimo Quadro finanziario pluriennale post 2020 sia l’articolo 2 del Trattato di Lisbona, così da poter rendere applicabile il principio del valore aggiunto europeo, una strumentazione per monitorare e valutare i risultati dei programmi”. Inoltre, “la riforma del bilancio europeo dovrebbe prevedere una riforma degli attuali meccanismi di finanziamento diretti e indiretti, con fonti di finanziamento proprie, adeguate e stabili nel tempo, eurobond e nuove tasse (web tax e tassazione sulle rendite finanziarie). Risorse che – sottolineano i tre sindacati confederali – dovrebbero essere utilizzate per rilanciare un consistente programma di investimenti pubblici e privati volti innanzitutto all’infrastrutturazione materiale, immateriale e sociale”.
Tra le criticità anche la riduzione della dimensione quantitativa della politica agricola comunitaria: “è inammissibile – dicono – l’idea di minare il futuro bilancio agricolo Ue”, e in merito alla politica di coesione ritengono “inaccettabili sia la proposta di limitare il sostegno alle sole regioni meno sviluppate, sia la proposta radicale di sostegno per i soli Paesi beneficiari del Fondo coesione”.
Cgil, Cisl e Uil invocano una riforma della politica di coesione sia dal punto di vista economico che della governance e della semplificazione amministrativa.
Infine, i sindacati ritengono che “tutto ciò non possa prescindere dal rafforzamento del partenariato. Andrebbe realmente applicato il principio della partnership – concludono – attraverso il quale garantire il coinvolgimento dei partner sociali”.

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