Piano Strategico ZES unica

l Decreto Legge 19 settembre 2023, n. 124 “Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione” ha istituito, dal 1° gennaio 2024, la Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno, denominata ZES Unica, che ricomprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

L’articolo 11 del Decreto Legge prevede l’adozione, tramite DPCM (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri), del Piano Strategico della ZES Unica con la definizione della relativa politica di sviluppo (individuazione dei settori da promuovere e di quelli da rafforzare, nonché degli investimenti e degli interventi prioritari per lo sviluppo).

La CISL, fin dal primo confronto sulla politica di coesione avuto il 15 gennaio u.s. con il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR Fitto ha ribadito al Governo l’importanza di un dialogo costante e di una cooperazione istituzionale con il mondo del lavoro.

Siamo quindi stati convocati nella mattina del 30 aprile u.s. presso la Struttura di Missione ZES della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la prima riunione del Tavolo tecnico “Partenariato sindacale”, presieduta dal coordinatore, il consigliere PCM Caponetto.

Il coordinatore ha illustrato le finalità del Governo nella redazione Piano Strategico della ZES Unica, ovvero rafforzare la competitività dei sistemi produttivi esistenti e definire una strategia per promuovere nuovi investimenti utili a rafforzare il posizionamento del Mezzogiorno nelle filiere nazionali ed europee, all’interno delle catene globali del valore.

Il Piano strategico fornirà una cornice agli interventi e alle misure da porre in campo per i prossimi tre anni e definirà il perimetro delle iniziative sottoposte al regime dell’autorizzazione unica.

Il Piano, infatti, conterrà le scelte fondamentali per definire la traiettoria di sviluppo della ZES unica, suscettibili di dispiegare i propri effetti ben oltre l’orizzonte temporale di riferimento.

Questi obiettivi andranno raggiunti attraverso le seguenti direttrici:

  • Attrarre e promuovere gli investimenti
  • Agire per il rafforzamento dei sistemi produttivi 
  • Facilitare il trasferimento di conoscenza
  • Creare occupazione e sviluppare capitale umano
  • Innovare e semplificare il quadro normativo

Nel suo intervento la CISL ha evidenziato il proprio sostegno al progetto della ZES unica, anche in considerazione del fatto che nel Documento di Economia e Finanza manca un focus sull’andamento dell’economia nel Mezzogiorno, necessario proprio per il pieno raggiungimento di quella coesione economica, sociale e territoriale che potrà essere attuata attraverso piani di azione ed investimenti non solo infrastrutturali e produttivi, ma anche attraverso interventi sui fattori di contesto.

Il superamento delle precedenti otto zone economiche speciali a favore di una ZES unica è una scelta foriera di possibili sviluppi positivi, funzionale alla (ri)proposizione di una visione strategica per il Mezzogiorno e non va interpretata solo come modalità per l’erogazione di incentivi a pioggia a favore delle imprese dell’Area.

Per la Cisl, oggi, è quanto mai necessario agire nel Mezzogiorno con un piano organico, per sviluppare attrattività per l’insediamento di nuove attività o per il reshoring di imprese, da sostenere per favorire il rientro nelle realtà di origine.

L a CISL ha altresì auspicato che il confronto appena avviato con il Governo divenga strutturale cooperando affinchè la ZES costituisca lo strumento per affrontare i nodi del Mezzogiorno, da configurare quale area dotata di infrastrutture anche sociali, nel cui ambito prevedere specifiche opportunità di insediamento, nonché servizi e agevolazioni fiscali a favore delle imprese.

Secondo la CISL la ZES unica risponde a una logica di accentramento delle politiche pubbliche e delle scelte strategiche in favore dello sviluppo, anche in coerenza con il sistema di governance previsto dal PNRR, di conseguenza il tema della sua governance multilivello risulta essere particolarmente importante, per superare l’attuale modello che non risponde alle nostre istanze partecipative.

In merito alla questione amministrativa, ostacolo alla concreta attuazione delle politiche pubbliche, abbiamo sottolineato l’ esigenza che la Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri sia in grado di gestire rapidamente ed efficacemente i numerosi procedimenti amministrativi e autorizzativi dell’intera ZES e che negli accordi di coesione venga affrontato anche il tema del miglioramento sistematico e continuativo della qualità e dell’efficienza dell’azione amministrativa.

Per la CISL la ZES unica deve essere accompagnata da uno specifico piano di semplificazione burocratica, che preveda l’attivazione effettiva e in tempi brevi dello sportello unico digitale e procedimenti amministrativi rapidi (a cominciare dall’autorizzazione unica), nonchè da un potenziamento numerico e da un aggiornamento professionale del personale delle PP.AA. coinvolte, con l’obiettivo di costituire un acceleratore di sviluppo per alcune progettualità da realizzare nel quadro del PNRR.

Inoltre, per la CISL, è particolarmente importante che il piano strategico triennale per la ZES sia implementato attraverso i contratti di sviluppo, principale strumento di politica industriale per il Mezzogiorno, la cui natura negoziale consente di prevenire possibili conflittualità territoriali relative alla localizzazione delle infrastrutture e dei servizi. È fondamentale, quindi, prevedere il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione dei suddetti contratti di sviluppo, non previsto dalla normativa in essere.

Per la CISL, il piano strategico va posto all’interno di una cornice più ampia, che parta dal potenziamento dell’infrastrutturazione sociale del Sud, comprendendo oltre al patto per la natalità anche una forte azione di promozione della legalità e di lotta alla criminalità organizzata, nonché il sostegno alla genitorialità, (concentrando al Sud l’aumento dei 150mila posti in asili nido previsto dal PNRR, elevando la percentuale delle scuole dotate di mensa e di doposcuola).

Il piano strategico, per la CISL deve partire dall’idea del Sud come ponte e tratto d’unione tra l’Europa unita e il Mediterraneo, cogliendo lo spirito del “piano Mattei” proposto dal Governo.

Ciò significa, innanzitutto, investire sul capitale umano necessario a definire e realizzare i progetti di cooperazione economica e produttiva da realizzare tra le due sponde del Mare Nostrum, perseguendo anche l’obiettivo di trattenere tanti giovani formati e competenti, altrimenti indotti a trasferirsi altrove (è positivo in tal senso il rafforzamento della misura “Resto al Sud 2.0” previsto dal recentissimo DL Coesione presentato dal Governo)

La CISL ha condiviso l’impostazione del Governo secondo la quale la ZES unica debba essere un laboratorio di innovazione, capace di promuovere occupazione di qualità e di consentire all’economia meridionale di diventare una tra le più avanzate del continente. E ha sottolineato l’urgenza di dotare il Paese di una rinnovata politica industriale, avanzando in tal senso l’idea di un Patto per l’industria nazionale attraverso il quale impiegare utilmente le ingenti risorse stanziate dal PNRR e dai fondi strutturali, evitando la consueta distribuzione a pioggia con scarso impatto effettivo sui processi sociali ed economici dei territori interessati.

In considerazione dello sviluppo nel Mezzogiorno di importanti poli industriali tecnologicamente avanzati (specie in Puglia, Abruzzo e Campania) per la CISL sarebbe utile definire un grande progetto di Sud come macrodistretto delle tecnologie abilitanti alla transizione green in stretta connessione con la caratterizzazione della macroregione come l’area verde e sostenibile più grande e più bella d’Europa, favorendo anche la crescita del comparto turistico.

Un altro ambito strategico è per la CISL quello dell’economia del mare, costituito principalmente dalla portualità e dal trasporto merci e passeggeri, con 107.000 imprese, 345.000 occupati e 15,6 mld di valore aggiunto generati.

Questi inducono la CISL a ribadire con ancora più forza la necessità di investire in infrastrutture e nell’intermodalità, per accrescere ulteriormente la competitività del comparto marittimo: solo 8 porti del Sud sono, ad oggi, collegati alla ferrovia, fattore questo che induce non poche multinazionali del settore operanti nei nostri mari a preferire i porti nord europei.

Nella visione della CISL la ZES unica dovrebbe essere integrata non solo con le linee guida del PNRR e dei fondi strutturali, ma anche con il programma europeo STEP – Strategic Technologies for Europe Platform, finalizzato a investire sulla sovranità tecnologica europea nei tre ambiti della digitalizzazione e intelligenza artificiale; delle tecnologie per la transizione ecologica; delle biotecnologie. Dunque, la ZES unica potrebbe essere promossa a livello comunitario come area di sperimentazione del programma STEP, anche al fine di ottenere finanziamenti ad hoc.

Per la CISL inoltre particolare attenzione nell’ambito del sistema ZES andrà rivolta al progetto “Transizione 5.0” che, a differenza di quanto previsto dal piano Industria 4.0 vieta la sommatoria di aiuti provenienti da fonti diverse sui medesimi progetti, diminuendo in tal modo l’ammontare degli incentivi, che invece riteniamo fondamentali per le molte micro e piccole imprese del Sud.

ILa CISL ha infine ribadito che, in merito al credito di imposta, in attesa del decreto attuativo, stante il limite massimo per ciascun progetto di investimento di 100 mln e non essendo agevolabili progetti di importo inferiore a 200.000 euro (sebbene sia cumulabile con aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto i medesimi costi ammessi al beneficio), il piano triennale debba avere come priorità anche investimenti di filiera, per non lasciare indietro quel tessuto produttivo rappresentato anche dalle piccole e micro imprese.

Concludendo l’incontro, il coordinatore Caponetto ha ribadito che nelle intenzioni del Governo la politica di sviluppo della ZES unica sarà frutto di un processo partecipato che si sostanzierà nell’individuazione di specifici settori da promuovere e da rafforzare, nonché nella programmazione di investimenti e di interventi prioritari per i territori di riferimento e ha assunto l’impegno a tener conto, nella redazione del Piano, delle indicazioni emerse dal confronto.

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