“È necessario mettere in campo misure concrete e immediate per tutelare i rider, che svolgono attività lavorativa all’esterno, spesso sotto il sole e senza alcuna possibilità di riparo”: è quanto dichiara in una nota la Fit-Cisl che prosegue: Just Eat, ad oggi l’unica azienda del settore, in linea con quanto previsto dal Protocollo Quadro del 2 luglio 2025 per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi legati alle emergenze climatiche e recependo le osservazioni e le proposte avanzate dai nostri rappresentanti sindacali nei territori, ha stilato un piano di azione specifico finalizzato a mitigare il rischio legato all’attuale emergenza caldo”.
“Tra le misure – spiega la Fit-Cisl – oltre a una informativa che contiene raccomandazioni e buone prassi come l’importanza di una corretta idratazione, indicazioni relative all’abbigliamento e all’utilizzo di DPI, mapping delle fontanelle presenti sul territorio, si prevedono pause aggiuntive e supporto live per eventuale necessità di sospensione turno”.
“Per quanto riguarda invece le nuove misure – afferma ancora la nota – disposte fino al 31 luglio e con possibilità di proroga, è prevista la riduzione dei turni per chi lavora in bike/e bike fino a un massimo di 60 minuti, fermo restando il rispetto della durata minima del turno (2 ore) come stabilito dal Contratto Integrativo Aziendale. Inoltre, per i lavoratori over 60 e i soggetti fragili, in presenza di prescrizione medica, è prevista la sospensione del turno di lavoro nella fascia oraria più critica, compresa tra le 12:00 e le 16:00”.
“Tali interventi – secondo la Federazione dei trasporti della Cisl – rappresentano un riferimento metodologico importante, che dovrebbe essere adottato da tutte le aziende del settore per affrontare in modo strutturale e responsabile le conseguenze sempre più frequenti derivanti da eventi climatici estremi e possono contribuire efficacemente alla tutela della salute e della sicurezza di tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti”.
“Just Eat è attualmente l’unica realtà del food delivery ad applicare un Contratto collettivo nazionale di lavoro, riconoscendo pienamente i rider come lavoratori dipendenti attraverso il Ccnl della Logistica, Trasporto merci e spedizione. Confidiamo che anche altre aziende di settore seguano questo esempio, aprendo la strada a un confronto costruttivo con il sindacato per individuare un sistema di regole e tutele necessarie per le lavoratrici e i lavoratori. L’applicazione del CCNL, che contiene norme fondamentali sulla salute e sicurezza, rappresenta il primo passo in questa direzione” conclude la nota.