PAC Cura (PNSCIA) proroga e utilizzo economie

Pubblicato il 11 Lug, 2016

Nel maggio 2012 per recuperare i ritardi accumulati nell’uso dei fondi nazionali ex FAS, fu istituito il PAC, Piano d’Azione per la Coesione, uno strumento di riprogrammazione strategica e di innovazione di metodo a cui il Ministero per lo Sviluppo e la Coesione ha fatto ricorso  per dare risposta agli impegni assunti dal Governo italiano in sede di vertice Europeo del 26 ottobre 2011. Nell’ambito del PAC si colloca il Programma Nazionale Servizi di Cura,  rivolto sia alla Prima Infanzia che agli Anziani non autosufficienti, ossia alle persone ultrasessanticinquenni in condizioni di non-autonomi. Tale programma ha scadenza triennale. Inizialmente prevista fino al giugno 2017, ha ricevuto dall’Agenzia per la coesione territoriale il via libera per un’ulteriore proroga di scadenza, che slitta così a Giugno 2018.

La proroga permette di svolgere il Secondo Riparto con un tempo più congruo, e di allocare le economie che emergeranno dai due Riparti. Resta al momento ancora alta la nostra preoccupazione in merito alla reale implementazione del Programma, nella direzione degli obiettivi posti. Dal Secondo Monitoraggio Straordinario, realizzato congiuntamente da Autorità di Gestione, Regioni e ANCI, emerge come le economie relative al Primo riparto ammonterebbero al 31% delle risorse stanziate, cioè 63 milioni sui 244 milioni totali. Infatti dai 72 milioni che risultano non impegnati nel Monitoraggio, si devono sottrarre circa 9 milioni che andranno a rifinanziare schede di intervento che contengono investimenti in conto capitale propedeutici all’attivazione di servizi finanziati nel Secondo Riparto e realizzabili entro il 30 settembre 2016.

Va in particolare rilevato che nel campo dell’Infanzia le economie risultano nettamente superiori e pari a 47 milioni (42%), mentre nel campo Anziani le economie ammontano a 26 milioni (21%).

Il dato è più preoccupante se letto congiuntamente a quello della Banca Dati Unitaria del Mef, che riporta gli importi effettivi al termine degli iter di verifica e controllo, in cui la percentuale di non impegnato sul finanziato è sensibilmente più alta e pari a 63%, suddiviso in 76% Infanzia e 51% Anziani.

Entro il 30 novembre gli ambiti/distretti dovranno terminare il rendiconto delle attività del Primo Riparto, ed avremo il quadro definitivo della situazione (v. allegato Tabelle dei dati presentati al CIS del 7 Luglio).

Rispetto al Secondo (e ultimo) Riparto, sono stati approvati dal COSA e decretati 384 Piani, di cui 195 rivolti agli Anziani e 189 rivolti all’Infanzia. Le economie certe relative al Secondo Riparto ad oggi ammontano a 13 milioni, derivanti da stanziamenti decretati inferiori al riparto, Piani oggetto di revoca (5) e Piani non presentati (7).

Sulla base di tali dati e degli esiti degli incontri regionali avvenuti nei giorni 10-11 maggio, nei quali siamo intervenuti sia come CISL nazionale che con i referenti regionali, è stato presentato in sede di CIS un Accordo con il quale le Parti si impegnano a rafforzare le azioni di supporto e di collaborazione agli Ambiti, anche con la collaborazione del Partenariato socioeconomico, per consentire loro di impegnare nel Secondo Riparto le risorse residue del Primo. In questo modo, non vengono sottratte risorse ai territori “meno virtuosi”, ma al contrario si concede loro un supplemento di tempo e accompagnamento per tramutarle in servizi a bambini e anziani. In considerazione del fatto che alcuni Ambiti risultano ad oggi totalmente inerti, l’Accordo prevede, come estrema ratio, la possibilità che le Regioni attuino interventi sostitutivi e che l’AdG possa utilizzare una parte di economie (ipotizzate in 20 milioni) per “azioni a titolarità” nel settore dell’Infanzia, previa individuazione dei territori interessati con ANCI e Regioni e sentito il partenariato economico e sociale.

Allegati a questo articolo

Condividi