Nella legge di bilancio non c’è quella discontinuità nelle scelte di politica economica per venire incontro ai bisogni delle persone, dei lavoratori e delle famiglie. Ci sono degli aspetti positivi come il taglio, anche se insufficiente, del cuneo fiscale e l’intenzione di colpire l’evasione fiscale. Così come è importante aver lasciato quota 100 per le pensioni. Ma ci sono molti tasti dolenti, come la mancata rivalutazione delle pensioni, i ridotti stanziamenti sulla non autosufficenza, le risorse non adeguate per i rinnovi dei contratti pubblici. Serve poi un vero piano per sbloccare i cantieri e le tante opere pubbliche e una più incisiva azione per gli investimenti pubblici in innovovazione, ricerca e formazione. Rischiamo di vivere una nuova fase di stagnazione economica. Per questo abbiamo chiesto una svolta al Governo su questi temi e sui temi della crescita, delle crisi aziendali, sullo sblocco dei cantieri e delle infrastrutture, sullo sviluppo del Mezzogiorno e di avviare nuove assunzioni nella Pubblica Amministrazione, nella sanità e nella scuola. I governi cambiano ma i bisogni e le aspettative degli italiani sono sempre gli stessi: lavoro, equità fiscale, servizi efficienti.