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Lavoro. Furlan incontra lavoratori dello stabilimento San Benedetto di Scorzé, Venezia. Plastic tax. Il Governo apra un tavolo con sindacati ed aziende  

Pubblicato il 20 Gen, 2020
20 gennaio 2020 – “Su plastic e sugar tax siamo sempre più convinti che vada evitato qualsiasi tipo di scontro ideologico perché l’impatto su lavoratori e imprese può essere davvero pesante. Chiediamo al governo di aprire un tavolo con tutti i soggetti interessanti per pianificare il futuro della plastica e di tutto il comparto food e beverage in Italia, affinché la transizione green della nostra economia sia virtuosa e non lasci indietro nessuno. Tutti insieme dobbiamo valutare le conseguenze di questo tipo di tassazioni, che così come concepite in manovra possono impattare negativamente su decine di migliaia di lavoratori. Tasse che, tra l’altro, non impediranno a chi oggi inquina di continuare a farlo”. Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota incontrando oggi, assieme ai vertici della Cisl Veneto e alla segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento San Benedetto di Scorzé, Venezia. La delegazione della Cisl è stata ricevuta dal Direttore Generale di Acqua Minerale San Benedetto, Frederic Barut. Hanno preso parte all’incontro anche Matteo Zoppas, in rappresentanza del Presidente, Relmi Rizzato, Direttore HR, Rosario De Marchi, Direttore Operations, Vincenzo Tundo, Direttore Marketing.
“Il tema della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini va conciliato con lo sviluppo industriale e con l’occupazione, accompagnando con oculatezza questa fase di transizione , come stanno gia’ facendo aziende come la San Benedetto per ridurre l’impatto ecologico ed investendo su nuovi prodotti a basso contenuto di inquinamento. Non c’è dubbio – ha detto Annamaria Furlan, commentando la manovra del governo– che la tassazione sulla plastica e sulle bevande zuccherate stia comportando problemi,  per questo continuiamo a chiedere tempo al governo affinché le aziende possano riconvertire le proprie produzioni, facendo leva anche sulla contrattazione, scongiurando ricadute occupazionali o delocalizzazioni”. Sarebbe utile e necessario puntare ad un avviso comune tra le associazioni imprenditoriali ed i sindacati per esprimere una posizione comune su come gestire la fase della transizione ambientale”.

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