A due anni dal cosiddetto decreto Cutro, le misure introdotte si rivelano inadeguate ad affrontare in maniera strutturale il fenomeno dell’immigrazione. È quanto emerso nell’incontro dedicato a questo tema organizzato dall’Anolf Padova Rovigo Aps, associazione di immigrati di varie etnie a carattere volontario e democratico promossa dalla Cisl. «Per l’Anolf e per la Cisl la formazione è lo strumento fondamentale per costruire quei ponti che abbiamo sempre voluto e dei quali c’è un gran bisogno», ha detto Paola Guidolin, segretaria territoriale della Cisl Padova Rovigo. «Il decreto Cutro è una misura parziale ed emergenziale, che non risponde a un fenomeno complesso e di lungo periodo come l’immigrazione. Inoltre, rendere più stringente la protezione speciale nei confronti dei soggetti vulnerabili e tagliare i fondi ai Centri di Accoglienza complica ulteriormente l’attività di quanti cercano di aiutare chi è in difficoltà a districarsi nelle sabbie mobili della burocrazia».Sono le difficoltà che incontrano quotidianamente gli operatori e i volontari Anolf, impegnati nella tutela dei diritti dei migranti, ma anche i sindacalisti delle diverse categorie, tutte interessate dalla presenza di lavoratori stranieri. Difficoltà che non si limitano al permesso di soggiorno, alla domanda di cittadinanza o al ricongiungimento familiare, ma interessano anche il diritto alla casa, ad un lavoro regolare e a tutta una serie di necessità che sembrano semplici, come la possibilità di aprire un conto in banca. «Per questo i nostri operatori e i nostri volontari devono essere sempre aggiornati sulle norme e su tutte le possibili forme di tutela dei diritti – ha detto Patrick Ogbonnia, presidente dell’Anolf Padova Rovigo – La formazione è uno strumento fondamentale per dare risposte sempre tempestive ed efficaci. Questo incontro, che si inserisce nel progetto comunità accogliente avviato dall’associazione un paio di anni fa, è solo l’inizio. Vogliamo continuare a puntare sulla formazione perché in futuro sarà sempre più necessaria». Le norme sono diverse e in continuo aggiornamento. Il decreto flussi, ad esempio, l’atto con cui il governo italiano stabilisce le quote di cittadini stranieri che possono entrare per motivi lavorativi, negli anni ha subito notevoli modifiche anche in termini normativi. Lo ha sottolineato la presidente di Anolf Sicilia Valentina Campanella. «Con il decreto 145, convertito in legge con il numero 187, la procedura per la presentazione delle domande è profondamente cambiata rispetto agli anni scorsi. Oggi il governo, oltre a farne oggetto di campagna politica, da un lato sta cercando di regolamentare, dall’altro di restringere e rendere sempre più difficoltoso l’ingresso nel nostro Paese. E’ necessario mettere mano alla normativa sui permessi di soggiorno. Va uniformato anche il rilascio dell’idoneità alloggiativa, attualmente affidato ai Comuni con criteri molto diversi. Anche per questo, il lavoro che facciamo ogni giorno è molto importante ed è legato alle relazioni che stringiamo sul territorio».Lo ha sottolineato anche il vicepresidente nazionale di Anolf, Maruan Oussaifi: «La presenza dei lavoratori stranieri è ormai parte integrante della realtà quotidiana in tutti i luoghi di lavoro. Questo è un aspetto fondamentale: la diversità non è un problema da risolvere, ma una risorsa da valorizzare. Tuttavia, l’immigrazione è stata troppo spesso affrontata con un approccio di tipo securitario. Pensiamo ai vari “decreti sicurezza” e alle numerose riforme che hanno interessato questo ambito. Il cosiddetto “decreto Cutro”, ad esempio, ha ridotto significativamente le tutele legate alla protezione speciale, limitando quindi la possibilità di permanere in Italia per motivi umanitari. Ha riformato l’intero sistema di accoglienza e ha introdotto un inasprimento delle pene per l’immigrazione irregolare. È stato posto un focus sul contrasto alle agromafie. In questo contesto, i diritti risultano sempre più limitati, mentre i controlli sono aumentati. Controlli che certamente devono esserci, ma che dovrebbero essere orientati alla solidarietà, non alla repressione. In assenza di una vera programmazione nazionale, Anolf e le associazioni di categoria si sono attivate stipulando accordi bilaterali per formare i lavoratori direttamente nei Paesi di origine, prima del loro ingresso in Italia. Oggi Anolf conta 57mila iscritti a livello nazionale e tre sedi all’estero – in Tunisia, Marocco e Senegal – con l’obiettivo di ampliare ulteriormente la rete. È grazie alla storica sinergia con la Cisl che oggi questa organizzazione può contare su oltre 390mila iscritti tra i lavoratori stranieri. Il futuro, anche per il nostro Paese, passa dal continente che abbiamo di fronte: l’Africa».Una vera e propria rivoluzione in materia di cittadinanza è quella introdotta dalla legge 74 del 23 maggio 2025, che ha rivisto i criteri per ottenere la cittadinanza italiana in base allo ius sanguinis, cioè per discendenza. Le novità introdotte dalla legge sono state illustrate dall’avvocato dell’Anolf Padova Rovigo Desmond Kipenge. «L’obiettivo è quello di ridurre il peso del vincolo di sangue nell’attribuzione della cittadinanza italiana. La questione è stata sollevata dal tribunale di Roma e di Bologna, che erano sovraccarichi. In sostanza, la legge vuole evitare automatismi nell’attribuzione della cittadinanza».