L’annuale Relazione della Commissione di Vigilanza sui fondi pensione (COVIP) ha confermato anche per il 2024 il progressivo sviluppo della previdenza complementare in termini di iscritti e di patrimoni, ma ha altresì messo in evidenza la cronicità di una serie di problemi a partire dalla rilevante differenziazione territoriale e l’insufficiente adesione di giovani e donne.
La Relazione è stata presentata dal nuovo Presidente Mario Pepe che ha assunto l’incarico nei mesi scorsi dopo un lungo periodo di vacatio.
A fine 2024 gli iscritti sono stati complessivamente 9.952.654 di cui 4.108.986 iscritti ai fondi pensione promossi dalla contrattazione collettiva. Il tasso di partecipazione alla previdenza complementare rispetto alla forza lavoro è del 38,3% in aumento del 6,5% rispetto a 5 anni prima, ma se si guarda agli iscritti che hanno effettuato versamenti nell’anno la percentuale scende al 27,6%. L’importo medio di versamento annuale è di 2.890 euro (2.990 euro per i lavoratori dipendenti) e gli uomini versano il 18,9% in più rispetto alle donne.
I fondi pensione negoziali, che sono attualmente 33, hanno registrato nel 2024 un incremento degli iscritti pari al 5,7%. Per quanto riguarda, invece, le risorse destinate alle prestazioni, nei fondi negoziali sono cresciute del 9,9% e i contributi del 9%.
Il totale delle risorse destinate alle prestazioni di tutte le forme di previdenza complementare a fine 2024 è di 243 miliardi e 408 milioni di cui 74 miliardi e 592 milioni riferiti ai fondi pensione negoziali. Per questi l’incremento nel 2024 rispetto al 2023 è stato del 9,9%.
Per quanto riguarda i contributi, invece, l’incremento per i fondi pensione contrattuali è stato del 9% per un importo complessivo di 7 miliardi e 104 milioni.
La Relazione, tra l’altro, segnala che i costi di gestione dei fondi negoziali incidono per soli 213 milioni, a fronte di 1 miliardo e 595 milioni dei costi complessivi di tutte le forme di previdenza complementare (esclusi i fondi preesistenti), confermando ancora una volta la convenienza dei fondi contrattuali anche sotto il profilo dei costi.
Interessante il dato relativo alle modalità di iscrizione. Per quanto riguarda i fondi negoziali si sono avute 29.556 iscrizioni esplicite in più rispetto al 2023, mentre quelle tacite sono scese di 7.049 e quelle contrattuali sono diminuite di 3.345.
In merito alle caratteristiche socio-demografiche degli iscritti, la Relazione conferma complessivamente la prevalenza di iscritti uomini pari al 61,6% che in maggioranza risiedono nel nord Italia (57,2%). Tuttavia, nei fondi negoziali la percentuale di donne iscritte scende al 27,6%. L’età media degli iscritti si aggira intorno ai 47 anni senza differenze significative tra uomini e donne. I giovani fino a 34 anni sono il 19,9% del totale. E’ cresciuta del 2,7% la percentuale di iscritti al di sotto dei 20 anni, ma rispetto al dato di 269.000 complessivi, solo 28.000 sono iscritti ai fondi negoziali, segno che esistono, probabilmente, ampi margini di incremento delle iscrizioni per i familiari a carico che devono ancora essere pienamente sfruttati.
In merito agli investimenti, da segnalare che, rispetto a tutte le forme di previdenza complementare, le obbligazioni sono il 55,5 % del totale, le azioni il 22,7% e le quote di OICR il 16,2%.
Per quanto riguarda gli investimenti nell’economia italiana, la Relazione precisa che, complessivamente, le forme pensionistiche complementari hanno investito nel 2024 in titoli emessi da residenti in Italia e in immobili, inclusi i titoli di Stato, per un ammontare di 40,1 miliardi di euro contro i 36,6 miliardi del 2023. I fondi negoziali investono in Titoli di Stato il 40,3% del patrimonio, di cui l’8,6% in Titoli di Stato Italiani (6 miliardi e 504 milioni)
Tuttavia, la quota di investimenti domestici rispetto al totale delle attività si è ridotta al 20,5% del 2024 rispetto al 26% del 2020, soprattutto per effetto della riduzione percentuale dei Titoli di Stato. Anche i titoli, in prevalenza obbligazioni, emessi da imprese italiane risultano in calo dello 0,5%.
Allo stesso tempo, il Presidente Pepe ha, comunque, dato atto dell’impegno dei fondi negoziali di includere nei portafogli titoli non quotati e alternativi, di private equity, private debt e infrastrutture che possono rappresentare un utile strumento di diversificazione e reddittività per il fondo, oltre a favorire il sostegno per l’economia nazionale.
Con Assofondipensione i fondi negoziali soci hanno avuto e continuano ad avere la possibilità di partecipare a progetti di carattere consortile di assoluto rilievo, da quelli orientati agli investimenti in economia reale, al progetto sull’esercizio del diritto di voto nelle società quotate di cui detengono i titoli, al nuovo progetto engagement e al progetto comunicazione in corso di implementazione, solo per citare i principali. Si tratta, pertanto, di opportunità importanti che devono essere colte per poter continuare a sviluppare la previdenza complementare e l’incidenza dei fondi pensione negoziali nel sistema.
La CISL conferma la richiesta di una campagna informativa pubblica, un nuovo periodo di adesione per silenzio-assenso anche orientandosi verso modalità come l’adesione automatica salvo recesso sul modello di quella attivata dalla contrattazione collettiva presso il fondo Perseo-Sirio e il fondo pensione Espero, la riduzione della tassazione dei rendimenti all’11%, meccanismi che favoriscano l’adesione anche per le fasce di popolazione esente da imposta che non riescono a godere degli immediati vantaggi fiscali e maggiori incentivi fiscali per gli investimenti orientati all’economia nazionale e allo sviluppo del territorio.
Allegati: la Relazione COVIP e le Considerazioni del Presidente per tutti gli approfondimenti.