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Q Farma. Proclamato lo stato di agitazione. E’ la risposta di delegati e delegate al piano di esuberi presentato dall’azienda leader nella distribuzione del farmaco

Sono 90 le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo presentata il 22 settembre da Q Farma, l’azienda leader nella distribuzione del farmaco risultata dall’operazione di fusione delle società Unico e CEF, che conta 1700 dipendenti. L’operazione societaria, che avrebbe dovuto rappresentare una garanzia per il futuro della neo azienda e preservarne i livelli occupazionali, ha aperto invece uno scenario di crisi. Nel corso della trattativa sulla procedura, avviata oggi, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs si sono opposte all’impostazione del negoziato sulla sola definizione di un incentivo all’esodo proposta dall’azienda e all’esclusione a priori di ogni altra soluzione che potrebbe salvaguardare i posti di lavoro. “L’unica strada percorribile è quella del mantenimento dell’occupazione oggi messa in crisi”, hanno dichiarato le tre sigle sindacali. “È necessario attingere ad ogni strumento disponibile, a partire dalla cassa integrazione, che permetterebbe di pianificare una riorganizzazione e verificare le condizioni affinché il rilancio dell’attività commerciale inizi a dare i frutti attesi. Ma i tempi stretti che l’azienda vorrebbe imporre, con la procedura di licenziamento, impediscono al momento di elaborare un piano diverso”.
Il coordinamento delle delegate e dei delegati e delle strutture di Q Farma ha quindi indetto oggi lo stato di agitazione. Qualora l’azienda si mostrasse indisponibile a modificare la propria impostazione saranno attivate tutte le iniziative utili a salvaguardare ogni singolo posto di lavoro. Il prossimo incontro tra i sindacati e l’azienda è stato fissato per il 1° ottobre.