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Venezuela. Furlan e Berger ai sindacati Europei e Americani: “il movimento sindacale internazionale non rimanga in silenzio”

3 Luglio 2017 – Annamaria Furlan Segretaria generale della Cisl e Laurent Berger, secrétaire général de la CFDT hanno inviato una lettera al  Segretario Generale e Presidente ITUC Sharan Burrow e Joao Felicio,ed al Segretario Generale e Presidente CSA confederazione sindacale americhe, Victor Basez e Hassan Youssouf sulla delicata crisi in Venezuela sollecitando tutto il movimento sindacale internazionale a non rimanere in silenzio “di fronte alla situazione del Venezuela, di fronte allo scoppio della violenza e della repressione, alla sofferenza dei lavoratori, per il comportamento inaccettabile del governo venezuelano”. 

 

Cari Amici,

La CFDT e CISL hanno una lunga storia comune di cooperazione con i sindacati in America Latina e nei Caraibi. Abbiamo sempre sostenuto i sindacati che hanno combattuto per i diritti dei lavoratori e della democrazia in questo continente, che ha visto regimi autoritari e dittatoriali molto duri . E continuiamo a farlo oggi. In particolare sottolineiamo il caso del Venezuela: siamo impegnati a sostenere l’Alleanza dei Sindacati Indipendenti (ASI), dal momento in cui questa organizzazione si è costituita come Confederazione sindacale autonoma nel dicembre 2015. Ricordiamo che l’ASI è affiliata alla ITUC ed alla CSA. Negli ultimi mesi, la situazione economica e sociale in Venezuela, che era già preoccupante nel 2015, è molto peggiorata. Secondo il FMI, l’inflazione è salita al 720% nel 2016. Il PIL è precipitato tra l’8 e il 10% nello stesso periodo. Il potere d’acquisto dei lavoratori venezuelani è crollato, una grave carenza interessa tutti i prodotti: alimentari, prodotti per l’igiene, medicinali. I Venezuelani sono costretti a trascorrere lunghe ore in coda per entrare nei negozi con generi alimentari. Il Paese è affetto da una vera e propria crisi umanitaria. La mancanza di farmaci, antibiotici, attrezzature mediche, sta causando molti morti. Una malattia come la malaria che era stata praticamente debellata, ha causato oltre 130 000 morti nel 2016. Nonostante questo difficile contesto, ASI sviluppa la sua azione con i lavoratori venezuelani per aiutarli a far fronte alle difficoltà. Nell’ottobre 2016 una delegazione CFDT ha viaggiato in Venezuela e seguito il dinamismo della leadership di ASI e l’impegno dei suoi membri con i lavoratori. Ciò, nonostante gli ostacoli che il governo impone per l’esercizio del sindacalismo indipendente. Non meno di 7 leggi sono state emanate per criminalizzare l’azione sindacale, se questa non si allinea all’azione di governo per controllare i lavoratori. L’atteggiamento del potere venezuelano aggrava la situazione, provocando una crisi politica profonda. In realtà, il Governo rifiuta di accettare le conseguenze della sua sconfitta elettorale nelle elezioni parlamentari del dicembre 2015, che hanno dato come risultato due terzi dei seggi all’opposizione. Da allora, il presidente Maduro ha usato la magistratura per bloccare l’attività del Parlamento. La magistratura è strettamente controllata dal governo. All’inizio di aprile 2017, la Corte Suprema del Venezuela ha addirittura tentato di confiscare il potere legislativo. Questo ultimo tentativo ha scatenato la rabbia dei venezuelani. La popolazione, già esasperata per le enormi difficoltà della vita quotidiana e la mancanza di prospettive di una soluzione politica, si è precipitata in massa per le strade chiedendo elezioni presidenziali, l’unico modo per ripristinare la democrazia. Le proteste continuano ogni giorno da quasi tre mesi. La risposta del governo è stata una brutale repressione. Fino ad oggi, questa repressione ha causato 85 morti, tra cui molti giovani fucilati da milizie chaviste o dalla polizia antisommossa, centinaia di feriti e migliaia di arresti. 250 civili sono stati processati e condannati da tribunali militari, il che è in contrasto con la Costituzione Bolivariana del Venezuela. Amnesty International ha denunciato la “scomparsa” di persone per diversi giorni durante i quali sarebbero state torturate. Il governo del Venezuela ha contrastato tutti gli sforzi di mediazione internazionali ed è chiuso in repressione e confronto. Nega la gravità della crisi umanitaria e ostinatamente si rifiuta di aprire un canale umanitario per alleviare le sofferenze del suo popolo. Il rifiuto di qualsiasi dialogo si è cristallizzato nell’atteggiamento verso l’OSA, annunciando il ritiro dall’Organizzazione e abbandonando il vertice di Cancun. Un ulteriore passo verso l’escalation del conflitto è stato quando ha annunciato la convocazione di un’Assemblea Costituente per il prossimo 30 luglio. Questa convocazione viola la Costituzione bolivariana, che afferma che una tale convocazione è possibile solo con l’approvazione del popolo venezuelano attraverso un referendum. Con questo modo di agire, soprattutto per quanto riguarda il metodo di nomina dei rappresentanti in seno all’Assemblea Costituente, è chiaro che si tratta di una manovra del governo per mantenere il potere e mettere nel sacco il suffragio universale. Ancor peggio , la Corte suprema ha avviato il processo di licenziamento del procuratore generale del paese, Luisa Ortega, che considera illegale la convocazione della Costituente e messo in discussione la nomina di alcuni giudici della Corte. Carlos Navarro, presidente di ASI, ha avvertito: se l’Assemblea Costituente si terrà il 30 luglio, la violenza si moltiplicherà. ASI richiede sospensione della selezione dei componenti e il ritorno al suffragio universale.

Caro amico / a, il movimento sindacale internazionale non può rimanere in silenzio di fronte alla situazione del Venezuela, di fronte allo scoppio della violenza e della repressione, alla sofferenza dei lavoratori, per il comportamento inaccettabile del governo venezuelano. Il CSI e CSA devono sostenere le loro Confederazioni affiliate in Venezuela (ASI e CTV) e nella loro lotta per la giustizia e la democrazia. In coerenza con la dichiarazione CSA del 13 aprile, noi crediamo che la CSI e CSA dovrebbero intervenire nel dibattito pubblico per promuovere un dialogo costruttivo per una soluzione politica della crisi. Qualsiasi ritardo provoca sofferenza e morte. Come in Brasile e nel resto del mondo, il superamento della crisi in Venezuela passa attraverso elezioni democratiche e suffragio universale. Noi crediamo che, come sindacalisti, tutti dobbiamo chiedere al presidente Maduro: – aprire con urgenza un canale umanitario per alleviare le sofferenze della popolazione; – rispettare il diritto di manifestare, fermare la repressione e l’arresto illegale, perseguire i responsabili di crimini e violenza contro le persone; – sospendere l’Assemblea costituente e tenere elezioni democratiche. I nostri amici del sindacato venezuelano stanno portando avanti una lotta molto difficile e coraggiosa per il rispetto dei diritti e della dignità. Essi meritano il nostro sostegno. Dobbiamo rispondere prontamente. Grazie per la vostra attenzione alla nostra richiesta, restiamo in attesa di un vostro pronunciamento.
AnnaMaria Furlan Laurent Berger

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