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XIX Rapporto annuale “Inps tra emergenza e rilancio”

Pubblicato il 3 Nov, 2020
Nei giorni scorsi è stato presentato il XIX Rapporto annuale “Inps tra emergenza e rilancio”. Il documento presenta dati di grande interesse e non si limita ad analizzare la situazione dell’Istituto nel 2019 ma fotografa il contesto sviluppatosi nel corso del 2020 a seguito della emergenza sanitaria.
 
Il Rapporto si articola in sei capitoli con una serie di allegati. Il primo capitolo è dedicato all’Italia di fronte alla pandemia da Covid 19, il secondo all’evoluzione dal 2014 al 2019 di occupazione, redditi da lavoro, contributi sociali e ammortizzatori sociali; il terzo si concentra sulle misure di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, il quarto è incentrato sulle pensioni, il quinto sul sostegno alla famiglia, l’ultimo raccoglie esperienze, evoluzioni e prospettive su molteplici aspetti dei servizi offerti dall’INPS. 
 
Per quanto riguarda il capitolo pensioni, dopo una rapida ricognizione delle riforme previdenziali intervenute dal 1992 al 2019, vengono presentati numerosi dati relativi ai titolari delle prestazioni, al reddito pensionistico, ai divari di genere e territoriali. 
 
A tale proposito, a fine 2019 i pensionati erano 16.035.185 di cui 7.709.425 uomini e 8.325.740 donne mentre l’importo lordo del reddito pensionistico (determinato dalla sommatoria di più trattamenti pensionistici di tipo previdenziale, assistenziale o indennitario) risulta pari a 1.825,52 euro per gli uomini, e 1.321,43 euro per le donne, confermando così ancora una volta il noto gap pensionistico a danno delle donne. 
 
Inoltre, l’analisi dell’importo del reddito pensionistico in base alle classi di età rivela che a partire dai 19 anni tale reddito è sempre più elevato per i maschi rispetto alle femmine. Inoltre, dall’analisi per classi di reddito emerge che circa il 33,6% dei pensionati ha redditi inferiori a 1.000 euro e il 21,3% tra i 1.000 e i 1.500. 
 
Sono in totale 20.871.200 le prestazioni previdenziali e assistenziali erogate dall’INPS di cui quelle previdenziali rappresentano l’80,7% (16.840.762) sebbene quelle assistenziali siano il leggera crescita (+1,8%). Le pensioni di vecchiaia sono il 24,7% del totale mentre le pensioni di anzianità/anticipate rappresentano il 30,1%. 
 
Un focus specifico è dedicato alla pensione con “quota 100”: circa 229 mila le domande presentate entro il 31 dicembre 2019, di queste 150.253 accolte, di cui 36.872 di donne, 113.381 di uomini. La maggioranza delle richieste si concentra nelle fasce di età dai 64 anni in su. Interessante notare che il 28,1% dei richiedenti “quota 100” non risulta lavoratore attivo al momento della domanda ma titolare di prestazione a sostegno del reddito oppure silente. 
 

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