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Economia circolare ed industria sostenibile: una nota della Cisl

Pubblicato il 20 Apr, 2018
L’unione Europea ha approvato il 18 aprile scorso quattro direttive sull’economia circolare, direttive che rappresentano una svolta importante in termini di cambiamento della gestione dei rifiuti e degli scarti produttivi.  Si passa pertanto dal concetto di discarica, come sistema prevalente di gestione dei rifiuti, alla priorità del riciclo. La nuova direttiva rafforza inoltre la responsabilità “estesa” del produttore che, nella gestione dei rifiuti derivante dai processi produttivi, dovrà assicurare, entro il 2030, il rispetto dei target previsti per il riciclo, così previsti dalla normativa stessa. Per gli imballaggi – dove l’Italia è a buon punto – ed il riciclo dovrà passare dal 67% al 70%. Così come gli imballaggi di carta che dovranno passare dall’attuale 80% all’85% e quelli in vetro dal 71,4% al 75%. Abbiamo invece ancora il grande problema degli imballaggi di plastica, attualmente al 41% di riciclo, distanti quindi dalla soglia del 55%. Per le apparecchiature elettroniche ed elettriche, il recupero dovrà essere pari al 65% del peso medio delle apparecchiature immesse nel mercato nei tre anni precedenti. Per la prima volta viene anche normata la questione degli sprechi alimentari: la Direttiva adotta una definizione precisa su “spreco alimentare”, che è sinonimo di spreco di risorse, in primis quella idrica, indicando la strategia per combatterlo introducendo standard obbligatori di riduzione degli sprechi che dovranno arrivare al 50%. A questo proposito, è auspicabile che si lavori anche per ridurre gli sprechi delle derrate alimentari, ancora troppo consistenti nel nostro Paese.
La Cisl, da tempo impegnata su questo fronte, auspica un impegno maggiore attraverso il recupero e la raccolta dei pasti che ad esempio restano inutilizzati nelle mense ma anche delle derrate alimentari dei supermercati, a vantaggio dei poveri e dei senza tetto. Le nuove regole aprono ampie prospettive economiche, come una politica industriale per il futuro dell’Unione Europea che passa anche per la gestione dei rifiuti.
Le nuove direttive Europee evidenziano la responsabilità del produttore che deve necessariamente essere estesa ad una strategia di protezione ambientale che sta in una responsabilità sociale d’impresa che deve necessariamente comprendere l’intero ciclo di vita del prodotto. Con l’economia circolare, i rifiuti e gli scarti produttivi finalmente si trasformano da problema ad un’opportunità da sfruttare attraverso l’ottimizzazione dei processi produttivi verso un’economia sempre più volta alla crescita sostenibile con l’obiettivo di nuovi posti di lavoro.
Le direttive passano ora all’approvazione degli Stati Membri per il loro recepimento. La loro efficacia sarà tanto più forte quanto saremo in grado di mettere insieme istituzioni, imprese, sindacati e cittadini per una collaborazione trasversale tale da realizzare gli obiettivi prefissati”.
 

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