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Appalti. Approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto correttivo

Aprile 2017 – E’ stato approvato il 13 Aprile 2017 dal Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, e pubblicato il 5 Maggio in Gazzetta Ufficiale n. 103 del 05-05-2017, il Correttivo del Codice degli Appalti, (Decreto Leg.vo 19/04/2017 n.56) riguardante le disposizioni correttive al Dlgs n. 50 del 18 aprile 2016 (rubricato come Codice appalti e modificato in codice dei contratti pubblici).
Il testo del decreto in esame, munito del sigillo dello Stato e che sarà nei prossimi giorni inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica Italiana, apporta modifiche ed integrazioni normative che hanno tenuto conto delle consultazioni effettuate dal Parlamento – anche grazie al lungo lavoro confederale di questi mesi, condotto unitariamente da Cisl, Cgil e Uil – accogliendo molte delle osservazioni presentate dalle tre confederazioni lo scorso 23 febbraio. La Cisl esprime soddisfazione in particolare per l’aver lasciato invariato il limite sul totale dell’importo contrattuale evitando così che si allargassero le maglie del subappalto e soprattutto per l’obbligatorietà della clausola sociale “frutto di un grande lavoro che il Sindacato Confederale ha fatto con decine di confronti e di discussioni con molti stakeholder, ad iniziare dall’Anci”.
Ed è su quest’ultimo punto, ovvero sull’articolo 50 del Codice degli appalti che prevede di inserire la clausola sociale negli appalti ad alta intensità di manodopera, “senza richiedere alcuna compatibilità o armonizzazione con l’esigenza dell’impresa subentrante”, che la Cisl pone l’accento esprimendo il suo dissenso verso la posizione critica espressa il 17 maggio dall’Antitrust nella sua relazione annuale.
Ma molti ancora i capitoli sui quali proseguirà l’impegno del sindacato affinché il codice diventi uno strumento di certezza del diritto, capace di condurre la progettazione, l’esecuzione, la realizzazione, l’affidamento dei lavori, delle forniture e dei servizi nella maggiore tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e possa essere effettivamente uno strumento di legalità per il Paese che è ancora afflitto dalla piaga della corruzione, costata nel solo 2016, come evidenzia il Rapporto annuale 2016 della Guardia di Finanza, ben 5,3 miliardi di euro.
Su questo punto in particolare la Cisl segnala come forte criticità l’aver cancellato in sede di ultima stesura il comma 2, dell’art. 211, che assegnava all’Anac un’importante spazio di azione nei casi di macroscopica irregolarità senza dover sempre aspettare il compito del giudice amministrativo. In attesa che il Governo ponga rimedio quanto prima, la Cisl ribadisce l’impegno nel sostenere tutte le misure volte a combattere la corruzione per il bene del Paese e dei suoi cittadini.

Tra le principali novità introdotte:

  • l’obbligatorietà della clausola sociale nei bandi di gara;
  • l’appalto integrato: sarà consentito nei casi di elevato contenuto tecnologico e di urgenza. Ci sarà inoltre un periodo transitorio di dodici mesi in cui potranno essere mandati in gara i progetti definitivi approvati al 19 aprile 2016;
  • massimo ribasso: raddoppia da uno a due milioni la soglia per assegnare i lavori pubblici al massimo ribasso. È questa la soluzione nel tentativo di accorciare i tempi di aggiudicazione delle opere pubbliche e dare così la scossa a un mercato in sofferenza. Sono previste, ad ogni modo, due condizioni: la prima è che il massimo ribasso venga utilizzato nelle procedure ordinarie, la seconda è che a base di gara venga messo un progetto esecutivo, senza margini di intervento dei costruttori sulla progettazione delle opere. Le Stazioni Appaltanti potranno inoltre utilizzare il meccanismo di esclusione automatica con il sistema antiturbativa. Viene così ridimensionato l’obiettivo, sostenuto da sempre in casa CISL, di abbandonare la vecchia logica del massimo ribasso per sostituirlo con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa;
  • contratto leader: si conferma l’applicazione del contratto leader in relazione al settore e alla zona in cui si eseguono le prestazioni (cfr. nostra circolare del 27 luglio 2016). Segnaliamo come criticità l’aver eliminato la possibilità da noi sostenuta, al fine di contrastare il fenomeno del lavoro sommerso ed irregolare, di avere il documento unico di regolarità contributiva comprensivo della verifica della congruità della incidenza della mano d’opera relativa allo specifico contratto affidato;
  • subappalto: è confermata la soglia limite del 30 per cento sul totale dell’importo contrattuale per l’affidamento in subappalto. Nei lavori di importo superiore alla soglia comunitaria (5,2 milioni di euro) e nei settori a rischio di infiltrazione criminale sarà necessario indicare una terna di subappaltatori in fase di offerta;
  • manutenzione semplificata: le opere di manutenzione ordinaria di importo fino a 2 milioni e mezzo di euro potranno essere appaltate sulla base di un progetto semplificato. I dettagli saranno definiti da un decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
  • dibattito pubblico: sarà effettuato sui progetti di fattibilità tecnica economica e non sui documenti delle alternative progettuali come nel testo approvato in via preliminare;
  • concessioni autostradali: resta invariato il sistema legato all’obbligo di mandare in gara l’80% dei lavori e la possibilità di svolgere in house solo il 20% delle lavorazioni. Non è passata, invece, l’idea di escludere la progettazione le manutenzione dal calcolo dell’80-20;
  • costo della manodopera: se ne prevede la specifica individuazione ai fini della determinazione della base d’asta. I costi della sicurezza dovranno essere scorporati dal costo complessivo e trattati in un capitolo a parte dal momento che non possono essere soggetti a ribasso d’asta.

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