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“E’ una misura che qualifica la produttività dei territori. Adesso diventi strutturale” – Il Mattino

Pubblicato il 26 Giu, 2024

“Il Sud partecipa oggi attivamente alla crescita nazionale, collocandosi stabilmente al di sopra della media dell’Ue e al di sopra la media nazionale. Per non rallentare tale spinta, è importante mettere a sistema e coordinare tra loro tutti gli strumenti di politica territoriale utilizzando in modo sinergico i finanziamenti della politica di coesione, sia europei che nazionali. Il complesso di queste risorse dovrà continuare ad essere associato a misure di sostegno all’occupazione, come le decontribuzioni, nell’ambito di una strategia strutturata per l’intera Area che includa, oltre al piano triennale della ZES unica, anche leve di politica industriale, complementari e selettive: contratti di sviluppo, credito di imposta, resto al Sud, e poi reti infrastrutturali materiali e sociali”. (…) “C’è da consolidare anche a livello di prossimità una governance partecipata dalle parti sociali per condividere gli obiettivi, accelerare e monitorare la qualità della spesa, garantire legalità arginando le infiltrazioni mafiose, vincolare le risorse all’aumento dell’occupazione produttiva e all’applicazione dei contratti leader. C’e’ da affrontare il tema della sanità, della digitalizzazione, di una pubblica amministrazione ancora troppo lenta e farraginosa, il riassetto idro geologico, la riqualificazione del patrimonio urbano, l’ inclusione sociale. Bisogna dare risposte di sistema alle tante periferie del sud dove la presenza dello Stato e’ ancora insufficiente. Sviluppo, contrasto alla criminalità, sicurezza sul lavoro, investimenti devono procedere insieme”. “Qualunque processo di autonomia differenziata per noi non può che unire, rafforzare la coesione, e deve muoversi nel perimetro della Costituzione. D’altra parte il provvedimento appena approvato alto non è che una norma di attuazione della riforma del 2001 del TitoloV. Vanno definiti e finanziati i livelli essenziali delle prestazioni (Lep), costruito un fondo di perequazione nazionale per sostenere le regioni in difficoltà, superato il concetto della spesa storica misurando e sostenendo i fabbisogni standard. La sigla dei singoli accordi con le Regioni dovrà essere preceduta, a livello locale, da un adeguato coinvolgimento delle parti sociali”.

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