“Il Paese ha bisogno di un grande Accordo sociale che metta in linea, ad ogni livello, istituzioni e parti sociali su obiettivi strategici condivisi. Vuol dire progettare mettendo a fattore comune risorse nazionali ed europee, orientando gli investimenti su priorità individuate da Patti territoriali ben organici a una visione nazionale partecipata. In questa chiave vanno condotte in porto alcune riforme attese da lungo tempo: politiche attive, il più grande investimento di sempre su formazione e competenze, una nuova politica energetica e industriale, un buon governo delle transizioni tecnologiche e dell’intelligenza artificiale. (…) “La questione meridionale esiste eccome. Solo che oggi non è più solo una questione nazionale ma anche, e direi soprattutto, una questione europea. Deve essere affrontata con politiche industriali, energetiche e sociali adeguate, partendo dalla risorsa più importante, il lavoro dignitoso, produttivo, stabile, ben retribuito, formato e contrattualizzato”.
“Il Sud una questione europea” – La Gazzetta del Sud
