“La Cgil pensa a scioperare. Io penso a bollette e salari” – Libero

(…) “Dobbiamo recuperare trecentomila posti di lavoro andati perduti nell’ultimo biennio ed evitare che altre imprese entrino in crisi e delocalizzino all’estero le produzioni, lasciando migliaia di persone senza un’occupazione stabile”. (…) “Per arrivare a traguardi concreti non serve incendiare in modo generalizzato piazze e fabbriche: rischiamo di spezzare i fili del dialogo con le associazioni di impresa ed isolare il mondo del lavoro. E poi lo sciopero ha un costo che viene pagato in prima persona dai lavoratori, soprattutto quelli più deboli. Deve essere utilizzato quando tutti i margini di trattativa si sono esauriti o non hanno dato i frutti sperati”. (..)

“Andremo in piazza in assoluta autonomia con le nostre parole d’ordine: sviluppo, lavoro, coesione, responsabilità. Vogliamo migliorare ulteriormente i contenuti della manovra e impegnare il governo sulle priorità economiche e sociali, ma senza esasperare il conflitto nei rapporti sociali e industriali”.

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