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“La sanità la fa chi ci lavora, basta tagli, ora i contratti” – ‘Il Mattino’

Pubblicato il 14 Lug, 2023

Sanità pubblica e privata possono e devono convivere, con la seconda che può solo integrare e aiutare, con contratti di convenzione, il servizio sanitario nazionale ma non sostituirsi ad esso. Oggi sta accadendo il contrario: la sanità privata è diventata di fatto prevalente, un surrogato dei servizi pubblici. Parliamo di una spesa delle famiglie superiore a 40 miliardi di euro l’anno. Si allargano sempre più le differenze sociali tra coloro che possono permettersi di sottoscrivere polizze sanitarie private o accedere a quelle previste dal welfare contrattuale e il resto delle persone, per lo più anziane, che per accedere alle cure del sistema pubblico sono spesso costrette a liste d’attesa interminabili.

Bisogna incrementare il Fondo sanitario nazionale, intervenire sulle carenze degli organici per garantire servizi di qualità alle persone, rinnovare i contratti nazionali di lavoro sia per la sanità pubblica che per quella privata, ristabilire un corretto rapporto tra pazienti e posti letto, evitare esternalizzazioni di servizi. E poi occorre incrementare le risorse per la non autosufficienza, lavorare ai decreti attuativi con una rinnovata attenzione alla prossimità, alla domiciliarità, alla continuità tra medicina del territorio e ospedaliera, alla integrazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali. In una parola, bisogna costruire un nuovo Patto per il welfare, mettendo al centro il lavoro, vale a dire quelle persone che ogni giorno assicurano a milioni di persone un diritto universale costituzionale com’è quello alla salute.

Bisogna utilizzare fino all’ultimo centesimo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , non escludendo il ricorso, in tutto o in parte, agli stanziamenti del MES sanitario, elevare il prelievo sugli extraprofitti, sulle grandi rendite finanziarie e immobiliari, e inasprire la lotta all’evasione, recuperando parte dei 100 miliardi sottratti alla collettività, creare reti di prossimità e strutture intermedie per allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese, anche attraverso l’impiego di tecnologie innovative e l’investimento in ricerca e digitalizzazione del SSN. (leggi l’intervista integrale)

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