“É sbagliata la stretta sulle pensioni e l’ulteriore penalizzazione per chi ricorre a quota 103, cosi come e’ inaccettabile ridurre le aliquote e i rendimenti dei futuri trattamenti pensionistici di medici, infermieri, personali degli enti locali, maestre d’asilo. Inoltre non condividiamo le restrizioni su ape sociale ed opzione donna. Volevamo una riforma che partisse da una vera separazione tra spesa previdenza ed assistenziale per dare risposta ai giovani ed alle donne con una pensione contributiva di garanzia ed incentivi alla previdenza complementare. Ma invece si continua a considerare le pensioni solo un bancomat per fare cassa”. (:::) “Ci sono sensibilità distinte nell’interpretare l’azione e il ruolo del sindacato e diversi modi di valutare i risultati della nostra mobilitazione e della trattativa con il governo. Perché negare che è anche grazie all’azione sindacale se abbiamo raggiunto importanti risultati in manovra? Oggi più che mai è importante guardare in faccia la realtà, confrontarsi senza pregiudizi con tutti i governi e le controparti datoriali, spiegando ai lavoratori quello che è frutto di negoziato. Se invece il sindacato cavalca l’antagonismo a tutti i costi, strizza l’occhio alla politica o ai movimenti, snatura il suo ruolo con il rischio di renderlo irrilevante”. (…) “Negli ultimi tre anni gli iscritti della Cisl tra i lavoratori attivi sono cresciuti di circa 49 mila unità con tante adesioni di giovani lavoratori nel pubblico e nel privato. Ovunque si vota le liste dei sindacati confederali raggiungono il 90 per cento dei consensi. Ci stiamo ponendo l’obiettivo di rinnovare la nostra organizzazione, investendo sui giovani, donne, migranti, tutti coloro che possono arricchire e rinnovare la Cisl, puntando su sulla prossimità , rafforzando le nostre categorie, rilanciando ed integrando i servizi, sviluppando proselitismo , contrattazione decentrata, bilateralità e partecipazione. Intendiamo raggiungere in maniera ancor più capillare le nuove marginalità, fermare la fuga dei nostri giovani all’estero, dare risposte concrete aI bisogni delle fasce deboli che popolano quelle “periferie” verso cui Papa Francesco ci ha esortato ad agire, cui si aggiungono i lavoratori delle piattaforme digitali e del nuovo lavoro da remoto , i disoccupati, le persone impegnate in attività tra lavoro dipendente e autonomo, quanti non studiano e non lavorano”.