Le nuove regole di bilancio introdotte con la riforma del patto di stabilità europeo impongono ai Paesi entrati in infrazione, come il nostro, la presentazione entro il 20 settembre di un piano pluriennale di riforme e investimenti sulla base delle linee guida indicate dalla commissione. Per questo è necessario attivare subito dopo la breve pausa agostana, un confronto costruttivo tra Governo e Parti sociali sui temi della crescita e del rilancio degli investimenti pubblici e privati per consolidare e rafforzare i positivi risultati sul versante dell’aumento del Pil e dell’occupazione stabile, compreso le aree del Mezzogiorno come hanno certificato Istat e Svimez.
Sulla manovra economica per il 2025 dovranno essere riconfermate alcune misure sociali, economiche e fiscali che come forze sociali riformiste e responsabili abbiamo conquistato in questi anni a partire dalla conferma della riduzione del cuneo fiscale per le fasce medio-popolari, da rendere strutturale in prospettiva, e dell’accorpamento delle prime due aliquote Irpef. Bisogna dare continuità alla defiscalizzazione sui frutti della contrattazione nazionale e decentrata, da allargare ai settori pubblici, e garantire l’indicizzazione delle pensioni. (l’intervento integrale. )
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