(…) Nonostante la crescita del Pil di questi mesi, siamo in una istuazione di grave emergenza economica e sociale per effetto dei costi del gas. Se non blocchiamo con provvedimenti urgenti e strutturali la spirale inflattiva, l’autunno sarà drammatico soprattutto per le fasce più deboli, giovani, pensionati, nuclei monoreddito. I problemi di tante aziende non possono essere scaricati su lavoratori e famiglie. Non possiamo rinviare al prossimo governo ogni scelta, penso alle tante crisi industriali aperte, su tutte l’ex Ilva che rischia molto. (…) non ci piacciono i criteri di selezione dei nuovi “docenti esperti”, che mortificano grvemente la contrattazione. (…) Auspichiamo il ritorno a una sana competizione elettorale, in cui le forze politiche non piantino bandierine ideologiche ma prendano a riferimento un’agenda sociale credibile, riformatrice e partecipata dalla società civile. Dobbiamo rilanciare le retribuzioni, cambiare strutturalmente il sistema fiscale tagliando le tasse. È ora di redistribuire in maniera più equa il carico dell’Irpef, alzando il contrasto all’evasione. Va costruita una nuova previdenza più inclusiva e sostenibile per tutti, a partire da giovani e donne. E poi c’è la sfida degli investimenti su formazione, occupabilità, politiche attive, nuove strategie industriali, energetiche e ambientali. Occorre affrontare in maniera decisiva il tema del Sud e del suo divario, sciogliere i nodi decisivi delle infrastrutture e delle opere pubbliche bloccate per decenni dai troppi “no” ideologici. C’è, insomma, un progetto-Paese da definire insieme, con il contributo attivo del sindacato e delle imprese.