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“Questa protesta danneggia i lavoratori e le imprese. Noi in piazza, ma di sabato”, ‘Il Messaggero’ – “Le regole vanno rispettate, gli altri sindacati sbagliano”, ‘Qn’

Pubblicato il 14 Nov, 2023

“Abbiamo dato un giudizio articolato sulla manovra economica. L’elemento più penalizzante è senza dubbio la portata limitata delle risorse, che frena ogni ambizione anticiclica. Ma va anche detto che diversi elementi rispondono alle nostre puntuali sollecitazioni. (…) Insieme alle luci ci sono diverse ombre. Sbagliata la stretta sulle pensioni e l’ulteriore penalizzazione per chi ricorre a quota 103, inaccettabile ridurre le aliquote e i rendimenti per medici, infermieri, personale degli enti locali, maestre d’asilo. (…) La Cisl sarà in piazza a Roma, in Piazza Santi Apostoli, il 25 novembre per animare una manifestazione nazionale. Sarà un sabato per limitare i disagi ai cittadini, per non caricare di ulteriori sacrifici i lavoratori con l’astensione di una giornata lavorativa ed evitare di portare nelle aziende le tensioni che nulla hanno a che vedere con il mondo delle imprese. I nostri interlocutori sono governo e Parlamento: a loro intendiamo rivolgerci. Per questo rilanceremo il tema di un moderno patto sociale che dia risposte concertate alla politica di sviluppo di questo Paese, a cominciare dal sostegno di salari e pensioni, da una nuova politica dei redditi, da investimenti e riforme che elevino qualità e quantità del lavoro, di un nuovo orizzonte di partecipazione nelle relazioni industriali”. (Vai all’intervista integrale su “Il Messaggero“)

(…) “Per sollecitare alcune importanti modifiche alla manovra del governo avevamo proposto agli amici di Cgil e Uil un percorso comune di mobilitazione attraverso una grande manifestazione da svolgere di sabato. Ma gli altri sindacati hanno scelto liberamente la strada degli scioperi regionali che noi consideriamo sbagliata e controproducente in questa fase. Perché far perdere una giornata di salario ai lavoratori in un momento non facile per tante famiglie? Perché incendiare i rapporti anche con le imprese, che nulla hanno a che vedere con la manovra? Ancora: perché penalizzare i cittadini con una protesta generale che inevitabilmente provocherà disagi nei servizi pubblici?

Il sindacato non deve vendere sogni. Deve guardare in faccia la realtà, confrontarsi senza pregiudizi con tutti i governi e le controparti datoriali, spiegando ai lavoratori quello che è frutto di negoziato. Se invece cavalca l’antagonismo, strizza l’occhio alla politica o ai movimenti, snatura il suo ruolo, con il rischio di renderlo irrilevante. (Vai all’intervista integrale su ‘Qn’).

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