“Ci sono dei segnali importanti e positivi di crescita dell’economia meridionale, sia per quanto riguarda il pil ed il livello di esportazioni, sia per l’incremento positivo dell’occupazione stabile ed a tempo indeterminato, in particolare di donne, come hanno confermato anche l’Istat, Banca d’Italia e Svimez. (…) Tuttavia i divari occupazionali, sociali, infrastrutturali e dei servizi con il resto del paese e con l’Europa restano ancora evidenti. Occorre una maggiore crescita, piu’ investimenti pubblici e privati, qualità, stabilità e sicurezza sul lavoro, formazione delle competenze, innovazione, nuove tecnologie, infrastrutture, una nuova politica industriale, sostenibilità ambientale. Per fare tutto questo, occorre un grande accordo tra governo e parti sociali. (…) “L’autonomia differenziata ha senso se rafforza l’unità e la coesione nazionale, diversamente rischia di rivelarsi una riforma assolutamente sbagliata. Precondizioni essenziali di ogni accordo tra Stato e Regioni dovranno essere il pieno finanziamento dei Lep, l’individuazione dei fabbisogni standard, la creazione di un fondo di perequazione nazionale e bisogna tenere la legge lontana dalla contrattazione collettiva nazionale e dalla scuola. Detto questo noi non condividiamo sull’autonomia differenziata l’approccio apocalittico da una parte e il tentativo, dall’altra, di farla passare come la panacea di tutti i mali. Non ci iscriviamo né all’una né all’altra fazione, e facciamo nostre le parole di Sabino Cassese: la riforma è una realtà in Costituzione dal 2001 e a ben vedere è un disegno prefigurato dagli stessi padri costituenti. (…) La crisi del settore auto e’ davvero preoccupante. Tutti gli stabilimenti italiani sono in negativo e perdono sia le auto sia i veicoli commerciali. Nel 2024 la produzione di veicoli in Italia scendera’ sott le 300 mila unità, un terzo in meno del 2023. Saremo in piazza accanto ai metalmeccanici il 18 ottobre a Roma per sollecitare una svolta nella politica industriale e negli investimenti. Stellantis e gli azionisti italiani di questo gruppo devono assumersi le proprie responsabilità e attuare un piano di rilancio su cui il Governo deve farsi garante. In gioco c’e’ il futuro industriale del paese”.