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Metalmeccanici. Fim Fiom Uilm, assemblee con sciopero fino alla fine di luglio. Benaglia (Fim Cisl): “Difendiamo il lavoro dalla speculazione e nella transizione ecologica”

Fim, Fiom, Uilm nazionali avviano una mobilitazione a difesa del lavoro proclamando per tutta la categoria una tornata di assemblee con 2 ore di sciopero da tenere entro la fine del mese di luglio. E’ questa la decisione assunta dal sindacato dei metalmeccanici a fronte delle nuove crisi aziendali esplose e delle scelte di licenziare e di non attenersi ai contenuti dell’avviso comune del 29 giugno che Gianetti, GKN e Whirlpool hanno assunto in questi giorni.

“Dobbiamo fermare le scelte speculative, e gravi assunte da queste aziende che offendono i lavoratori trattandoli come oggetti e disconoscono il valore delle relazioni industriali.

Sono atti inaccettabili in un Paese moderno che non devono diventare un modello – dichiara Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl – la nostra mobilitazione vuole unire la categoria dei metalmeccanici su alcuni punti fermi: le crisi non si risolvono con i licenziamenti, Confindustria non è una spettatrice e deve scendere in campo per guidare le scelte delle imprese associate; il MiSE deve smetterla di convocare tavoli sterili e dare risposte con soluzioni su qualche vertenza; la riforma degli ammortizzatori e delle politiche attive non può più attendere.

E’ incredibile come in un Paese oggi pieno di soldi da investire nello sviluppo industriale non si riesca a fermare la mano speculativa dei fondi di investimento stranieri e non si riesca a reindustrializzare le aziende abbandonate portando nuovi investimenti. – prosegue Benaglia – La ripresa produttiva in atto nell’industria metalmeccanica deve tradursi in politiche industriali capaci di risolvere le crisi.

La vera novità all’orizzonte è la transizione ecologica, che noi sosteniamo, ma che rischia di essere varata senza adeguati strumenti di compensazione. Siderurgia, automotive, elettromeccanica sono i principali settori che stanno per essere stravolti dal piano europeo “Fit for 55” varato proprio ieri dalla Commissione Europea. Dobbiamo rendere la transizione ecologica socialmente sostenibile, altrimenti questa alimenterà speculazioni populiste tra chi ne sarà colpito dal punto di vista occupazionale.

Al governo chiediamo più coraggio e più ruolo. Il lavoro e l’industria italiana vanno difesi e salvaguardati. Chiediamo una transizione giusta: per ogni euro che verrà immesso nelle politiche ecologiche, ve ne sia almeno un altro che venga stanziato per le compensazioni sociali e la tutela dei lavoratori. Chiediamo che a partire dall’automotive, si costruisca con le parti sociali un piano pluriennale di gestione delle ristrutturazioni e di sviluppo di nuove opportunità. Dalla pandemia non si può uscire tornando indietro nelle politiche industriali.”

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