1. CISL
  2. /
  3. Notizie
  4. /
  5. Dai Territori
  6. /
  7. Dai Territori > Emilia...
  8. /
  9. Emilia Romagna. Cisl: «Lavoro,...

Emilia Romagna. Cisl: «Lavoro, indagine Excelsior. I numeri positivi non illudano occorrono formazione e salari migliori»

Pubblicato il 25 Mar, 2023

Bene la crescita delle assunzioni, adesso bisogna investire sulla formazione continua dei lavoratori e favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

Lo afferma la Cisl Emilia Centrale commentando i recenti dati della Camera di commercio di Reggio Emilia sull’andamento dell’occupazione nel 2022.

Dalla recente ’indagine Excelsior divulgata dalla Camera di Commercio risulta che le imprese reggiane già da fine anno avevano incrementato le assunzioni, cosa che avverrà anche per il prossimo trimestre. 
“Balza sicuramente all’occhio il confronto con l’ultimo anno con un andamento economico regolare prima della pandemia e della guerra: dal 2019 al 2022, infatti, le assunzioni sono aumentate del 14% – dichiara la segreteria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo -. Certo, i numeri confermano ciò che ci avevamo già anticipato le nostre categorie e delegati aziendali con un incremento previsto delle nuove assunzioni del 7,9% sul marzo 2022 e addirittura del 35,5% sul marzo 2021. Sono, in sostanza, ben 11.700 i nuovi contratti previsti nel prossimo trimestre, 4.080 solo nel mese di marzo. È chiaro come l’economia reggiana abbia superato la crisi provocata dal Covid e ha retto bene anche di fronte al rialzo dei costi energetici, delle materie prime e dell’inflazione”.
Ma non tutto è roseo per la Cisl. “Se il lavoro c’è – prosegue Papaleo – mancano i lavoratori, soprattutto in certi settori. Inoltre, c’è il tema della qualità dei rapporti di lavoro: solo il 23% dei contratti saranno a tempo indeterminato o di apprendistato e riteniamo che questo sia insufficiente. Le nuove assunzioni avverranno maggiormente nel comparto dei servizi, per il 55%, un settore a base prevalentemente femminile e a scarsa remuneratività (come nel turismo, nella sanità o nel commercio). Non solo: una quota pari al 21% le imprese prevedono di assumere personale immigrato, spesso in ambiti metalmeccanici. È un quadro abbastanza indicativo”. 

“Da qui l’impegno del sindacato per alzare i salari attraverso la contrattazione nazionale, territoriale e aziendale, ma le imprese devono fare di più”.

Condividi