Dopo l’approvazione ottenuta in Conferenza Stato-Regioni, è stato pubblicato (G.U. 306 – 27.12.21) il Decreto interministeriale (Lavoro e Mef) del programma di politiche attive del lavoro Garanzia occupabilità dei lavoratori (GOL) messo a punto dall’Anpal e dal Ministero del Lavoro.
Ora le Regioni hanno 60 giorni per adottare il proprio piano regionale, da sottoporre al vaglio dell’ANPAL, che avrà a sua volta altri 30 giorni per rispondere e chiedere eventuali modifiche, integrazioni o riscritture. Siamo ancora lontani quindi dalla vera e propria fase di attuazione che nella migliore delle ipotesi partirà ad inizio aprile (anche se si continua a parlare, in termini perentori, di “entro il 2021”) e potrebbe non vedere appunto un avvio omogeneo ed uniforme tale da garantire i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni).
Nel caso in cui dovessero riscontrarsi criticità o serie difficoltà, Anpal attiverà interventi di tutoraggio, ma sarà attivo da subito un supporto operativo alle regioni, quindi già in fase di elaborazione del piano regionale.
Il decreto contiene inoltre i criteri e le quote di riparto della~prima tranche di risorse, pari ad 880 milioni di €, rispetto ai complessivi 4,9 miliardi messi a disposizione da Pnrr e React-Eu.
Si ricorda che il programma GOL rientra tra gli obiettivi del PNRR e ha una scadenza immediata, per l’avvio delle prime attività, fissata al 31 dicembre 2021.
Ricordiamo che il Programma GOL riguarderà:
· lavoratori in CIG;
· beneficiari di Naspi, DISColl, RdC;
· giovani NEET;
· donne in condizioni di svantaggio (disoccupazione di lungo periodo);
· persone con disabilità o fragilità;
· over 55 disoccupati;
· working poor (lavoratori con redditi molto bassi).~
Tutte le fasi di assistenza, presa in carico, profilazione ed orientamento, fino alla vera e propria realizzazione dell’incontro tra domanda ed offerta, saranno in carico ai Centri per l’impiego, in coordinamento con ANPAL ed INPS, sempre nell’attesa di un sistema informativo quantomeno integrato con le realtà regionali.
La rivoluzione quindi (ricordiamolo, attesa da decenni e teoricamente avviata dal 2015 con il DL 150, ma ancora praticamente al palo) parte ancora dagli oltre 550 Centri per l’impiego che devono diventare lo snodo ed il riferimento principale della collocazione e ricollocazione, anche con l’ausilio del sistema privato grazie ad una forma di sussidiarietà evoluta ma ancora tutta da costruire sia a livello nazionale (regole, LEP e controllo) che regionale (LEP, ambiti, convenzioni, programmi). Ricordiamo a tal proposito che ai circa 7.500 dipendenti attuali dei CPI, dovranno aggiungersi un totale di 11.600 nuovi assunti attraverso concorsi regionali (prevalentemente) ed un programma formativo non ancora disegnato.
Previsti 5 percorsi differenziati:
1 reinserimento occupazionale per profili più facilmente occupabili;
2 aggiornamento per migliorare le competenze specifiche;
3 riqualificazione con attività formative più robuste e specifiche;
4 lavoro ed inclusione (collaborazione con Comuni per casi più complessi);
5 ricollocazione collettiva per la gestione di crisi aziendali.
Regioni e province autonome (in attuazione del PNRR e dello stesso Programma GOL) sono tenute a raggiungere il primo step degli obiettivi di GOL entro il 2022 garantendo l’inizio delle attività formative ai percettori di ammortizzatori sociali e di sostegno al reddito entro quattro mesi dall’avvio della fruizione della prestazione economica, ed entro il 2025 il Ministero ha previsto il coinvolgimento di 3 milioni di lavoratori.
Manca, a nostro avviso, uno strumento operativo più cogente e performante come l’AdR (Assegno di Ricollocazione) che avrebbe dovuto semplicemente essere adeguato e anche grazie alle ingenti risorse ora a disposizione.
Infine, il Decreto prevede anche la nascita di una Cabina di Regia (Ministero, Anpal, Regioni) per monitorare sin da subito l’attuazione ed i risultati delle attività finanziate dal programma. Abbiamo ricordato più volte a questo, come al precedente Governo, l’importanza di una regia più larga che veda la presenza delle parti sociali, anche attraverso un organismo snello come il Consiglio di Vigilanza Anpal.