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Decreto attuativo Bonus ZES: definite le modalità attuative dell’esonero contributivo

            

Il decreto-legge 7 maggio 2024 n.60, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 luglio 2024, n. 95, recante “Ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione prevedeva all’articolo 24, l’esonero contributivo “Bonus Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica”.

Con l’emanazione del decreto attuativo 7 gennaio 2025 (All. 1) sono state definite le modalità attuative dell’esonero.

La misura – finanziata con 591,4 milioni di euro fino al 2027 nell’ambito del Programma Nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027 – mira a rafforzare i livelli occupazionali e ridurre i divari territoriali nelle regioni della Zona Economica Speciale (ZES) unica del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna e si inserisce in una strategia di incentivi assunzionali complementari tra loro (tra i quali il bonus Giovani e Donne recentemente approvati dalla Commissione Europea), per promuovere l’occupazione, ridurre i divari territoriali e sostenere il tessuto produttivo italiano.

L’incentivo – che ricordiamo essere l’esonero totale dei contributi previdenziali per due anni (esclusi i premi Inail) fino ad un massimo di 650 € mensili, è destinato alle aziende del Mezzogiorno che assumono a tempo indeterminato lavoratori over 35 disoccupati di lungo periodo.

Possono accedere all’agevolazione i datori di lavoro privati con un organico fino a 10 dipendenti che tra il primo settembre 2024 e il 31 dicembre 2025 assumono personale non dirigenziale da impiegare in una delle 8 Regioni ZES. Per ottenere il Bonus, l’azienda non deve aver effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo o licenziamenti collettivi nei 6 mesi precedenti l’assunzione.

Benché non sia cumulabile con altri esoneri contributivi, è comunque compatibile con la riduzione per le nuove assunzioni prevista dalla riforma Irpef e prorogata fino al 2027 che prevede un incremento del 20% sul costo deducibile e una maggiorazione fino al 30% per alcune categorie di persone vulnerabili (persone con disabilità, donne con almeno due figli minori, vittime di abusi e giovani che usufruiscono degli incentivi per l’impiego giovanile).

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