1. CISL
  2. /
  3. Notizie
  4. /
  5. Notizie > Lavoro
  6. /
  7. Notizie > Lavoro >...
  8. /
  9. Incontro con Ministro Raffaele...

Incontro con Ministro Raffaele Fitto su governance PNRR e Politica di Coesione

Pubblicato il 7 Mar, 2023

Nel pomeriggio del 1° marzo u.s. la Cisl, unitamente a Cgil, Uil, Ugl, Confsal, Cisal, Usb dal Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, on.le Raffaele Fitto.

L’incontro, sollecitato nelle scorse settimane, ha avuto ad oggetto il Decreto Legge 24 febbraio 2023 n.13, “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune”, approvato nel Consiglio dei ministri del 16 febbraio e in merito al quale siamo stati auditi il 6 marzo u.s. presso la V Commissione Bilancio del Senato dove è iniziato l’iter di conversione in legge, nonchè la “Relazione sull’attuazione della politica di coesione europea e nazionale in Italia. Programmazione 2014-20”, presentata dal Governo nello stesso Consiglio dei ministri del 16 febbraio.

In apertura dell’incontro il ministro Fitto ha chiarito il quadro risultante dalla Relazione sulla politica di coesione, Programmazione 2014-2020, ricostruito tramite dati obiettivi e certificati, forniti dall’ottavo Rapporto sulla coesione, dalle valutazioni della Corte dei Conti e della Ragioneria Generale dello Stato (RGS).

I 3 livelli analizzati, ovvero la Politica di Coesione Europea, i cofinanziamenti nazionali, il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) presentano evidenti problematicità, con una percentuale di effettiva spesa delle risorse disponibili pari a poco più del 30% (dati RGS), che si concentra sulle risorse europee, riguardando in minima parte le risorse cofinanziate sia a livello nazionale che a livello generale.

Questa situazione negativa ha spinto il Governo ad intervenire tramite il DL 13/2023, agendo su tre livelli:

1 la governance del PNRR;
2 la semplificazione delle procedure e la conseguente accelerazione della spesa;
3 la governance della politica di coesione.

Inoltre il ministro ha comunicato che è attualmente in corso presso la Commissione Europea il confronto sul Repower EU, ovvero il piano presentato dalla Commissione stessa in risposta alle difficoltà e alle perturbazioni del mercato energetico mondiale causate dalla guerra tra Russia e Ucraina, che prevede misure finanziarie e legislative per costruire in Europa le infrastrutture e il sistema necessari per risparmiare energia; per produrre energia pulita; per diversificare il nostro approvvigionamento energetico.
L’ obiettivo è quello di arrivare all’autonomia energetica del nostro Paese entro il 2026, attraverso incentivi per le rinnovabili e attraverso politiche per favorire la riduzione dei consumi di energia di famiglie e di imprese. Per raggiungere l’obiettivo è stato stimato un investimento di circa 300 miliardi, da attuare nei prossimi 5 anni, con buona parte delle risorse derivanti dal~PNRR, che appunto attribuisce al~Repower EU~ben 225 miliardi mediante prestiti e 20 miliardi tramite sovvenzioni. Sono quindi in corso le opportune verifiche per far diventare il Repower EU un capitolo aggiuntivo del PNRR stesso.
Di seguito il ministro, a fronte della evidente difficoltà di realizzare diversi interventi del PNRR entro la scadenza del 2026 e a fronte della verificata indisponibilità della UE a prolungare oltre il 2026 la tempistica di rendicontazione dei progetti e delle riforme previste dal PNRR, ha fortemente sostenuto la necessità di riallineare e coordinare tutti i programmi, ovvero Repower EU, PNRR, Politica di Coesione – Programmazione 2021-2027 (la cui rendicontazione ha il termine del 2029), FSC (che non ha data di scadenza), in modo tale che i progetti e le riforme del PNRR non realizzabili entro il 2026 possano diventare oggetto di altri strumenti della politica di coesione che hanno una scadenza più avanzata nel tempo.
A tale scopo, vista la complessità dell’operazione, il Governo ha deciso di riformare la governance del PNRR, nel senso di un suo rafforzamento, tramite le previsioni del DL 13/2023.
La CISL, intervenuta immediatamente dopo il ministro, ha evidenziato la necessità di un modello di governance fortemente partecipata dalle forze sociali che possa accompagnare e supportare le riforme del PNRR e la messa a terra dei relativi investimenti in stretto e dialettico rapporto, tramite un’azione coordinata, sinergica ed integrata con l’attuazione della politica di coesione in riferimento alla nuova programmazione 2021-2027.

Abbiamo ribadito al ministro l’esigenza di applicare con coerenza e con continuità il Protocollo del 2021, che istituzionalizza la partecipazione delle parti sociali all’attuazione del PNRR e il confronto con Governo, dando massima rilevanza ai profili economici, sociali ed occupazionali del Piano stesso.

Entrando nel merito del DL 13/2023, al primo punto della convocazione, la nostra attenzione si è soffermata al nuovo modello di governance del PNRR proposta dall’articolo 1, che prevede l’inclusione di tutti i soggetti finora partecipanti al Tavolo per il partenariato economico, sociale e territoriale istituito dal DL 77/2021 nella Cabina di Regia governativa del PNRR, con la conseguente soppressione del Tavolo stesso.

Riservandoci una valutazione compiuta della previsione al momento della verifica della sua effettiva funzionalità ed efficacia, abbiamo comunque sostenuto che il nuovo modello di governance sarà valido soltanto se capace di rendere l’interlocuzione tra Parti sociali e Governo più strutturale, organica, continua e finalizzata all’attuazione del PNRR, alla spendita delle risorse, al rispetto delle condizionalità sociali.

Analogamente dovrà essere pienamente applicato il Protocollo recentemente sottoscritto tra Cgil, Cisl, Uil ed Anci per attuare anche a livello territoriale un modello di governance partecipata del PNRR.

Passando all’altro tema oggetto della convocazione ovvero la Relazione sullo stato di attuazione della politica di coesione europea e nazionale – Programmazione 2014-2020 abbiamo manifestato le nostre preoccupazioni sulle risultanze che emergono dalla relazione: i dati pubblicati dalla commissione europea collocano l’Italia, nel confronto con gli altri paesi membri, agli ultimi posti per efficienza ed efficacia nell’utilizzo delle risorse assegnate e, di conseguenza, per la capacità di massimizzarne l’impatto.

L’aspetto secondo noi più allarmante che emerge dall’analisi è che a dispetto del disegno originario, delle finalità e dei principi sanciti dai trattati, in Italia non è stata garantita l’“addizionalità” delle risorse della politica di coesione, in quanto tali politiche hanno agito in sostituzione delle politiche ordinarie, anche in considerazione dei continui tagli alla spesa per investimenti.

Abbiamo quindi evidenziato come la nuova modalità di rapporto con le Parti Sociali prevista dal DL 13/2023 dovrà agevolare la costruzione di una strategia integrata tra politica di coesione e attuazione del PNRR, con importanti risvolti sulla effettiva spendita delle risorse a disposizione, tramite la realizzazione di infrastrutture materiali, sociali e digitali, e al fine di garantire la destinazione reale del 40% dei fondi per gli investimenti territoriali.

Quindi il rafforzamento del confronto e della partecipazione delle forze sociali nella governance delle politiche di coesione, analogamente a quanto abbiamo sostenuto in merito al ruolo delle stesse nella governance del PNRR, deve portare ad implementare il monitoraggio sull’attuazione della politica di coesione per prevenire il ripetersi dei problemi della programmazione 2014/2020 sia in termini di ritardi realizzativi dei programmi e delle riforme sia in termini di mancata spendita delle risorse.

Nella replica conclusiva il ministro Fitto ha assicurato che il nuovo modello di governance previsto dal DL 13/2023 non intende realizzare un accentramento bensì un rafforzamento del modello precedente, determinato dall’esigenza di gestire nel modo migliore le diverse deleghe facenti capo al suo ministero, e intenzionalmente collegate tra di loro dall’attuale Governo: gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.

Il ministro ha ribadito quindi la disponibilità e l’apertura del Governo ad un rafforzamento della partecipazione delle forze sociali alla governance del PNRR, proprio attraverso il coinvolgimento diretto nella cabina di regia previsto dal DL 13/2023 che, nelle intenzioni del ministro, agevolerà la conoscenza di merito e la valutazione delle diverse fasi di attuazione dei progetti e delle riforme del PNRR, nonché la messa a terra dei relativi investimenti e favorirà il recepimento dei contributi delle parti sociali.

Valutiamo importante inoltre l’intenzione del ministro a strutturare la nostra partecipazione anche attraverso approfondimenti settoriali e tematici, che verranno definiti prossimamente in concomitanza con la redazione definitiva del provvedimento relativo alla riforma della governance.

Allegati a questo articolo

Condividi