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Mezzogiorno: i sindacati incontrano la Ministra Lezzi

Si è svolto il 17 ottobre 2018 l’incontro con la Ministra per il Sud, Barbara Lezzi ed i rappresentanti del Mise e del Ministero del Lavoro, sulle misure necessarie per lo sviluppo del Mezzogiorno e per un appropriato uso dei Fondi per la Coesione economica sociale e territoriale.
 
Le organizzazioni sindacali e in particolare la CISL, hanno riproposto alcuni elementi che potrebbero aiutare il Mezzogiorno ad uscire dalla situazione creatasi in questi anni di crisi, come una vera politica di sviluppo non solo difensiva ma anche capace di colmare il divario tra il Nord ed il Sud del Paese.
Dal punto di vista delle risorse complessive è stato messo in evidenza che i  finanziamenti in conto capitale devono raggiungere il 34%, quota proporzionale alla popolazione del Mezzogiorno, rendendo operativa la clausola già prevista nel Decreto Sud. Questo è essenziale, perché i finanziamenti per lo sviluppo (Fondi europei e Nazionali per la Coesione)  devono essere utilizzati per il loro scopo specifico e non divenire sostitutivi del finanziamento pubblico ordinario, come è accaduto in questi anni.
 
Il secondo punto sollevato alla Ministra Lezzi, è stato quello relativo alla necessità di definire una  politica industriale per il paese ed in particolare per le regioni del Mezzogiorno, che hanno subito soprattutto negli anni della crisi un’importante erosione  della base produttiva.
Per questo serve sviluppare una visione d’insieme, che coniughi l’intervento sulle risorse umane, attraverso la qualificazione di  tutto il sistema  scuola, università, ma anche la valorizzazione degli  ITS, qualificati e coerenti con la realtà produttiva e garantendo gli investimenti al piano Impresa 4.0. 
Non secondarie sono in questo quadro le ZES che possono consentire di rafforzare la centralità italiana nel Mediterraneo. Pertanto si è richiesto il completamento del quadro normativo e la rimozione di eventuali ostacoli per la effettiva attivazione delle Zone Economiche Speciali già definite, nonché la verifica con le regioni dei percorsi in atto per la individuazione e pianificazione di quelle non ancora attivate.    
Il funzionamento delle ZES, richiede però il completamento dei grandi assi viari, ferroviari e dei collegamenti secondari tra i territori. A ciò occorre affiancare anche una adeguata infrastrutturazione energetica attraverso il completamento del Gasdotto Tap. Per questi motivi necessitano politiche infrastrutturali collegate ai grandi insediamenti industriali, perché accompagnati da una adeguata concertazione con gli enti locali e la popolazioni si possa favorire la coesistenza tra l’insediamento produttivo e il territorio nel rispetto dell’ambiente. 
 
A tal proposito è stata sottolineata la necessità di fare fronte alla reindustrializzazione dei siti produttivi dismessi, eliminando gli eventuali impianti inquinanti e quelli obsoleti, con veloci processi di bonifica per il riutilizzo delle aree interessate. 
Per quanto riguarda le PMI, è stato ribadito che occorrono agevolazioni fiscali, facilitare l’accesso al credito, nonché  la defiscalizzazione delle assunzioni stabili. 
Infine è necessario che vi sia  una  adeguata spesa corrente, garantendo i  flussi finanziari verso le regioni, finalizzandola al miglioramento della sanità, dei  servizi alla persona, ai servizi sociali, alla scuola, in modo particolare nelle aree interne, per contrastare lo spopolamento. 
 
In sintesi i provvedimenti devono essere innovativi e a tutto campo, infatti è necessaria una adeguata combinazione di interventi sul sistema formativo, sulla ricerca e sul welfare, che in rapporto stretto con la  politica industriale, possono dare quella spinta in più di cui il Sud ha bisogno per generare più occupazione, evitando così nuove migrazioni dei giovani. 
 
Il rappresentante del Mise ha illustrato lo stato di avanzamento di incentivi, propedeutici all’acquisto di macchinari ed impianti, di nuove tecnologie e del credito d’imposta per la formazione, riservandosi di fornire alle OO.SS  nei prossimi giorni i relativi dati. 
Il rappresentante del Ministero del Lavoro ha invece, confermato la proroga degli ammortizzatori sociali per le aree di crisi complessa.
 
La Ministra Lezzi, ha confermato la volontà di portare  la spesa ordinaria al 34%, secondo le indicazioni della legge 18/17, allargando tale regola anche alle Società Partecipate, ANAS e RFI; invece per quanto riguarda le politiche industriali a favore dello sviluppo delle regioni del Sud verranno coordinate dalla nuova cabina di regia infrastrutture (Decreto Emergenza Genova); sulle ZES, ha annunciato l’uscita del DCPM sulle semplificazioni, confermando che quelle della  Campania e della Calabria sono già state deliberate, invece sono state  presentate quella Ionica  (Puglia e Basilicata), e si è in attesa della definizione delle ZES  Adriatica (Puglia e Molise) e quella dell’Abruzzo.
Oltre alle semplificazioni già citate, il Governo intende attuare ulteriori interventi di semplificazione sul codice degli appalti e sulle procedure di controllo dei Fondi Europei.
Relativamente ai Fondi Europei, la Ministra ha confermato che l’obiettivo al 31 Dicembre 2018 è di consuntivare quanto programmato, evitando così disimpegni automatici della spesa.
Sulla nuova programmazione, per la quale è in corso la  negoziazione con l’Europa, ha annunciato la convocazione con le parti sociali per il prossimo 23 ottobre. 
Infine, ha ribadito che il Governo prolungherà per il prossimo triennio, la decontribuzione per le nuove assunzioni, a tempo indeterminato, effettuate al Sud. 
 
In attesa di leggere nella Legge di bilancio quanto emerso durante l’incontro, come Cisl possiamo  ribadire, che per  una efficace politica di sviluppo serve anche far  applicare totalmente la clausola del 34%.
 
La Legge di bilancio sarà occasione per verificare  l’entità degli investimenti che si intendono mettere a disposizione per lo sviluppo del Mezzogiorno, a partire dal finanziamento e l’attuazione delle infrastrutture, nonché  un piano di quelle non ancora programmate; il sostegno alle imprese con il credito d’imposta e il  prolungamento della decontribuzione per i nuovi occupati a tempo indeterminato.
La CISL  ha chiesto infine di calendarizzare un incontro specifico sulle Zone economiche speciali. 

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