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Flessibilità pensionistica: le richieste della Cisl alla XI Commissione Lavoro della Camera

Pubblicato il 9 Set, 2015

Le proposte di “legge Damiano e abbinate” per il pensionamento anticipato, al vaglio della Commissione Lavoro della Camera,  costituiscono una base di confronto e di discussione utile per ripristinare la flessibilità nell’accesso al pensionamento.

Per la Cisl consentirebbero di sostituire gli attuali requisiti rigidi di pensionamento, permettendo diverse possibilità di uscita anticipata, con 41 anni di contribuzione e senza penalizzazioni, al raggiungimento di quota 100 senza disincentivi, oppure a partire dai 62 anni di età e 35 di contributi ma con moderate penalizzazioni sul trattamento pensionistico.

La Cisl si è resa disponibile  a valutare positivamente queste ipotesi, ribadendo invece l’assoluta contrarietà a soluzioni che condizionino l’accesso anticipato al pensionamento al ricalcolo complessivo dell’intera pensione con il metodo contributivo. Ora tocca al Governo, con il disegno di legge sulla stabilità, rimettere nella disponibilità dei lavoratori le scelte relative al pensionamento, anche per offrire ai giovani nuove opportunità di ingresso al lavoro e consentire alle imprese una gestione più efficace del turn over e delle crisi aziendali. Nel contempo occorre approvare rapidamente la settima salvaguardia per gli esodati”. 

Nella memoria presentata  il 9 settembre 2015 presso la Commissione lavoro della Camera si sottolinea la necessità urgente di sostituire gli attuali requisiti pensionistici rigidi con un intervallo di età entro il quale accedere al pensionamento in modo volontario, fissare una nuova quota che consenta il pensionamento senza disincentivi, valorizzare la contribuzione figurativa delle lavoratrici madri e di chi svolge lavori di cura e assiste famigliari gravemente disabili. Inoltre nel documento si chiede, tra l’altro, di prevedere in tempi brevi un’ulteriore salvaguardia per tutelare coloro che sono stati particolarmente pregiudicati dalla riforma del 2011, di prorogare la possibilità di pensionamento tramite la cosiddetta “opzione donna”, di intervenire con adeguati strumenti di sostegno al reddito e di anticipo del pensionamento tramite lo strumento della contrattazione collettiva adeguatamente sostenuto dallo stato in favore dei lavoratori che svolgono attività particolarmente faticose e pesanti e di ripartire in modo più equo tra Stato, imprese e lavoratori, gli oneri previsti per l’incentivo all’esodo e il pensionamento anticipato dall’art. 4 della legge 92/2012.

Roma, 9 settembre 2015

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