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Riparte il negoziato per il CCNL istruzione e ricerca 2022-24. Barbacci (Cisl Scuola): “Chiudere il rinnovo per discutere subito il triennio 2025-27”

Pubblicato il 30 Ott, 2025


Riprendono domani, venerdì 31 ottobre, i negoziati all’ARAN per il rinnovo del CCNL del comparto istruzione e ricerca per il triennio 2022/2024; un triennio scaduto da ormai dieci mesi, quando sarebbe quanto mai opportuno riallineare i rinnovi contrattuali al periodo cui fanno riferimento. Lo ha sottolineato più volte Ivana Barbacci, segretaria generale CISL Scuola, che da tempo chiede di accelerare i tempi di chiusura del rinnovo 2922/24 per aprire immediatamente le trattative sul triennio successivo.Il quadro delle risorse disponibili è ormai delineato e non è realistico immaginare ulteriori significativi stanziamenti di risorse, oltre a quelle rese disponibili con recenti interventi di legge. Che sia oggi conveniente arrivare a una chiusura del negoziato lo dimostrano, da ultimo, i dati pubblicati da Milena Gabanelli e Simona Ravizza nel Data room del Corriere della Sera di martedì  28 ottobre: la perdita del potere d’acquisto calcolata nel servizio dedicato alle retribuzioni del personale scolastico potrebbe essere recuperata, pressoché interamente, se venissero liquidati e consolidati nello stipendio gli arretrati spettanti. In base a quanto comunicato dall’ARAN nell’ultimo incontro con i sindacati, vi sarebbero anzi i margini per un ulteriore incremento, che per il profilo preso in esame nel Data room, sono stimabili in 30-40 euro mensili lordi.“Credo sia di tutta evidenza – osserva Ivana Barbacci – che tutti dovremmo fare il massimo sforzo per chiudere questa trattativa, almeno sulla parte economica, agganciandola subito a quella del triennio successivo. Serve abbandonare inutili demagogie e scegliere, responsabilmente, di fare il vero interesse delle lavoratrici e dei lavoratori, che è quello di avere un contratto rinnovato, non solo per onorare gli impegni relativi al triennio di fatto quasi concluso, ma anche per consentire immediatamente di aprire la trattativa del triennio 2025/2027. Non sarà certamente risolutivo di una questione salariale che si trascina da tempo, ma sarebbe un altro passo in avanti verso l’obiettivo di vedere riconosciuta come merita la professionalità di chi lavora nella scuola. Lascio ad altri il compito di spiegare quale vantaggio avrebbe oggi la categoria se il rinnovo del contratto subisse l’ennesimo rinvio”.