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Agroalimentare. Europa, Rota (Fai Cisl): “Bene Italia su Nutriscore. insistere su condizionalità sociali nella nuova Pac”

Pubblicato il 9 Dic, 2020

Roma, 9 dicembre 2020 – “Il Nutri Score è un sistema di etichettatura ambiguo, disorienta il consumatore con un semaforo verde che non è sinonimo di maggiore qualità dei prodotti. Il Made in Italy rischia di vedere penalizzato tanto lavoro di qualità, come nelle produzioni di olio, formaggi, salumi. Da questo punto di vista, la scelta della Ministra Bellanova di non proseguire il negoziato europeo per un testo conclusivo del Consiglio Agrifish è più che condivisibile, così come la controproposta di un sistema come il NutrInform Battery, da ieri in Gazzetta Ufficiale, più apprezzabile perché non penalizza i prodotti con marchio di qualità e perché più idoneo a informare i consumatori. Su questo tema serve un approccio scientifico, non una guerra commerciale in seno all’Europa”. Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, intervenendo questa sera al webinar “Roma-Bruxelles: quali strade per l’agroalimentare”. Sul tema è intervenuto anche l’europarlamentare Paolo De Castro, che ha ricordato la contrarietà al Nutri Score anche da parte della maggioranza delle imprese europee: “È condivisa l’idea che si debba informare, non condizionare i consumatori”. Tra i temi centrali dell’incontro, l’inserimento di condizionalità sociali nella nuova PAC. “Una battaglia storica per il sindacato”, ha detto Rota: “Riconoscere queste condizionalità sarebbe uno strumento in più per chiudere i rubinetti dei finanziamenti europei a chi non applica i contratti ed esercita sfruttamento e concorrenza sleale. Abbiamo scritto unitariamente alle Ministre Bellanova e Catalfo, poi anche con Cgil Cisl e Uil abbiamo ribadito, con una lettera del 27 novembre al Presidente Conte, il bisogno che il governo italiano sostenga il principio di una PAC più sociale e attenta ai diritti del lavoro. È paradossale che finora siano state previste tutele per il benessere animale e ambientale, ma non per la dignità dei lavoratori”. “La battaglia sulla condizionalità sociale è cominciata ben quattro commissari fa – ha concordato De Castro – ma questa volta ci sono più sostenitori, e abbiamo comunque ancora tempo per costruire condizioni favorevoli”. Enrico Somaglia, Vice Segretario Generale dell’Effat, il sindacato agroalimentare europeo, ha spiegato nel suo intervento che nel Consiglio europeo ci sono posizioni diverse, ma la Commissione si sta dimostrando sensibile: “Il Parlamento, votando l’emendamento a favore delle condizionalità sociali, ha fatto un primo passo fondamentale, ora però è importante proseguire su questa strada. C’è ancora chi le considera una zavorra per le imprese agricole, ma è vero il contrario, perché queste condizionalità penalizzano il dumping sociale e la concorrenza sleale”.

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