Nella giornata odierna, le lavoratrici e i lavoratori del settore delle Telecomunicazioni hanno incrociato le braccia, rispondendo allo sciopero indetto a livello nazionale da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. La mobilitazione, che ha visto un’adesione superiore al 70%, è stata caratterizzata da un presidio partecipato e determinato, dove la richiesta di un rinnovo contrattuale dignitoso è risuonata forte e chiara.
“Senza una pronta convocazione per discutere di aumenti salariali, le iniziative sindacali di oggi saranno l’inizio di un percorso di mobilitazione ancor più ampio”, afferma Ahise Tarantino, Coordinatore Territoriale di Fistel CISL Lecce. “Oggi è emersa con forza la rabbia delle lavoratrici e dei lavoratori del settore delle Telecomunicazioni per il fortissimo ritardo per il rinnovo del CCNL. Il contratto collettivo nazionale, scaduto lo scorso 31 dicembre 2022, è fermo a causa della volontà delle controparti datoriali di non affrontare concretamente i temi economici. Ci troviamo, insomma, di fronte ad una tempesta perfetta: da un lato ci sono aziende che non si stanno sedendo al tavolo della trattativa ritenendo eccessive le legittime richieste dei lavoratori e dall’ altro ci sono aziende che, cavalcando questa triste situazione, stanno andando a scegliere contratti al forte ribasso che fanno del dumping salariale sulle spalle dei lavoratori la loro cifra stilistica. Bisogna evitare che ci siano aziende che con il medesimo committente riescano ad ottenere, grazie alle gare di appalto, i contratti per via del fatto che sono in dumping salariale. Per noi l’unica piattaforma contrattuale resta e rimane quella prevista dal Contratto Collettivo Nazionale. Non ce ne possono e non ce ne devono essere altre a danno e sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori!”
Il confronto, che aveva registrato significativi progressi su temi normativi e di organizzazione del lavoro, si è bruscamente interrotto quando si è trattato di discutere gli aumenti salariali. La piattaforma sindacale rivendica un aumento di 260 euro, una cifra considerata congrua per ripristinare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione degli ultimi anni.
La mobilitazione ha coinvolto lavoratrici e lavoratori di grandi Telco, aziende della Rete, del mondo dell’IT e dell’ICT, e del comparto del Crm/Bpo, un settore che in Italia conta circa 100 mila addetti. Un settore strategico, che nonostante la crescente domanda di connettività e la centralità della digitalizzazione, continua a perdere ricavi a causa di politiche industriali inefficaci e gestioni aziendali miopi.
“Non possono essere i diritti e il salario di lavoratori che, anche in piena emergenza sanitaria, hanno garantito il diritto alla connettività all’intera popolazione, a pagare il prezzo di una politica poco lungimirante e di gestioni manageriali fallimentari”, sottolinea e conclude Tarantino.
Fistel CISL Lecce ribadisce la determinazione a proseguire la mobilitazione fino a quando non verranno ottenute risposte concrete sul rinnovo del CCNL e sugli aumenti salariali. Lo sciopero di oggi è solo l’inizio di un percorso di lotta che vedrà le lavoratrici e i lavoratori del settore delle Telecomunicazioni uniti e determinati a difendere i propri diritti.