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8 Marzo. Furlan: “Grazie a tutte le donne che con coraggio e responsabilità sono in prima linea per combattere il coronavirus”

Pubblicato il 8 Mar, 2020

Così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlandalle pagine de ‘Il Secolo XIX’ in occasione della Giornata internazionale della donna le cui celebrazioni che prevedevano una iniziativa unitaria per il  6 Marzo scorso, sono state sospese da Cgil, Cisl, Uil,  per il delicato momento che sta vivendo il Paese e per le direttive del Governo e delle Regioni  che il sindacato ha fatto ‘proprie’. Le tre confederazioni ne hanno comunque rilanciato i contenuti attraverso un manifesto unitario. Per questa giornata Cgil Cisl Uil hanno infatti pensato ad “un ‘Alfabeto delle Donne’ che attraverso alcune delle tante parole che lo rappresentano possa significare e riconoscere l’indiscutibile protagonismo delle donne nella vita di ognuno nel lavoro, nel sociale e nelle comunità. Un protagonismo – si legge in una nota congiunta – che va valorizzato, rispettato e sostenuto ogni giorno, attraverso un linguaggio corretto, un’azione continua di giustizia sociale e il contrasto ovunque di ogni forma di violenza”.

“Nel 2019 ci sono state ben 103 vittime di femminicidio nel nostro paese” ricorda ancora la leader della Cisl, Annamaria Furlan nel suo intervento su ‘Il Secolo XIX’. “È un fenomeno grave, orrendo, che si somma ad altre forme inaccettabili di violenza, ricatti ed intimidazioni tra le mure domestiche e nei luoghi di lavoro”, aggiunge Furlan. “Tutto questo spesso non viene denunciato per paura o per un senso di vergogna. Ecco perchè oltre al rispetto delle leggi, al sostegno per le vittime ed alla diffusione dei centri antiviolenza, occorre una grande battaglia culturale, fin dai primi anni dell’infanzia, per educare tutte le persone al rispetto della donna in ogni contesto sociale. Sappiamo che oltre al dramma della violenza uno dei problemi gravi del nostro paese rimane il basso livello dell’occupazione femminile, legato alla crescita zero della nostra economia, ma anche agli impegni familiari ed alla scarsa disponibilità di servizi. Basti pensare che una donna su quattro lascia ” volontariamente” il lavoro alla nascita del primo figlio, con riflessi molto negativi anche sulla povertà delle famiglie. Come è già accaduto negli anni della crisi economica, oggi c’è il rischio che siano in primo luogo migliaia di donne a pagare i costi di una nuova fase di recessione. Dobbiamo evitare questa prospettiva” sottolinea la Furlan. “Servono politiche per una migliore conciliazione di lavoro e famiglia per tutti i lavoratori, uomini e donne. Solo così si fa crescere l’occupazione femminile e, di conseguenza, si possono superare le differenze salariali che sono chiaramente una conseguenza della maggiore presenza delle donne nel part-time, della minore disponibilità agli straordinari, alle trasferte, alla partecipazione ai premi di produttività, alla presenza in funzioni apicali” conclude la leader della Cisl.

http://youtu.be/VZTzZEKSD7c

 

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