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“Bene il Cnel. Contro il lavoro povero non basta una legge”- ‘Libero’

Pubblicato il 14 Ago, 2023

Il Cnel è un luogo neutro e istituzionalmente adatto ad avviare un dialogo che metta insieme i contributi di maggioranza, opposizione e parti sociali. Però bisogna essere consapevoli che per fronteggiare il problema dei “working poors” e dei salari bassi non è sufficiente qualche articolo sulla Gazzetta ufficiale: bisogna far applicare i contratti leader e maggiormente diffusi, contrastare i part-time involontari, aumentare le ispezioni per le false partite Iva e il parasubordinato, il sommerso e il lavoro nero, le cooperative spurie e i tanti fasulli tirocini extracurricolari.

Il problema principale resta tutelare i redditi falcidiati dall’inflazione. E per risolverlo bisogna costruire insieme una controffensiva al carovita attivando una Cabina di regia che metta in relazione governo, sindacati e imprese nel contrasto alla speculazione, nel controllo di prezzi e tariffe e nell’impegno reciproco di rinnovare e innovare tutti i contratti pubblici e privati, azzerando la tassazione sui frutti della contrattazione.

I lavoratori ed i pensionati pagano fino all’ultimo centesimo con la ritenuta alla fonte e le famiglie hanno tirato la cinghia in questi anni, a causa dei redditi mangiati dell’inflazione e dei fenomeni speculativi. Non possono più dare, adesso tocca ad altri. Dare spazio al dialogo non vuol dire rinunciare al conflitto. Significa però ricorrervi solo in caso il negoziato si rompa o non porti a nulla. Faremo il bilancio a tempo debito, senza sconti, guardando al merito e ai contenuti della manovra”. (…leggi l’intervista integrale)

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