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Caporalato. Fai-Cisl ricorda i 16 braccianti morti in Puglia 5 anni fa

“Cinque anni fa, il 4 e 6 agosto, morirono in due incidenti stradali 16 braccianti. Viaggiavano stipati in furgoncini per tornare nei ghetti dopo l’ennesima giornata di fatica a raccogliere pomodori in condizioni di precarietà e sfruttamento. Erano tutti di origine straniera, giunti in Italia per un lavoro dignitoso con cui mantenere la propria famiglia. Ma ai loro cari non sono mai tornati. Noi non dimentichiamo”.
Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai-Cisl il Segretario Generale Onofrio Rota. 
“I nostri presidi sul territorio – afferma il sindacalista – servono anche a scongiurare che si ripetano simili tragedie. Perché la sicurezza comincia dalle condizioni di trasporto verso i luoghi di lavoro e passa per la legalità, la dignità, il rispetto dei contratti e delle norme per la salute di ciascuno. Sono stati fatti molti passi avanti, ma ancora oggi il caporalato esiste ed è una vera e propria vergogna per il nostro Made in Italy. Bisogna intervenire con misure decise contro chi sfrutta i lavoratori e crea concorrenza sleale tra le imprese. Anche per questo invitiamo tutti a firmare la petizione on line ‘Mai più ghetti’ su Change.org“, conclude Rota.

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