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Carrefour. Fisascat Cisl: “Ristrutturazione. Piano unidimensionale focalizzato unicamente sui tagli”

Pubblicato il 2 Ott, 2021
RPiano lacrime e sangue della multinazionale della GDO Carrefour Italia che oggi, al tavolo con i sindacati di categoria Cgil Cisl Uil, in presenza del Ceo Cristophe Rabatel, ha illustrato i contenuti di un piano di ristrutturazione fra i più pesanti della storia più recente della multinazionale in Italia, con esuberi in 9 Regioni e la cessione di 106 negozi.
Secondo le intenzioni dell’azienda nel corso del 2022 gli esuberi da accompagnare all’uscita sono  intorno alle 900 unità fra il personale di sede, dei market, degli iper e cash&carry «ma – ha sottolineato il segretario generale aggiunto della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice presente all’incontro –  a leggere attentamente fra le informazioni rese dalla direzione della multinazionale il totale di quanti saranno espulsi dal perimento aziendale sale vertiginosamente se si tiene conto dei 106 negozi dismessi».
Tra gli 82 express e i 24 market in Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna, Abruzzo e Valle D’Aosta la stima di quanti dovranno fuoriuscire si aggirerebbe intorno alle 2mila unità, che si aggiungono agli 849 esodati nel 2020.
Dell’Orefice ha stigmatizzato «la natura unidimensionale del piano, focalizzata unicamente sui tagli e volta soltanto a liberarsi di parti di rete di vendita come di un fardello». «Manca del tutto una visione di sviluppo della presenza diretta nel mercato di riferimento, soprattutto il piano nulla prevede per il rilancio dei singoli format» ha poi sottolineato.
«Spiace constatare che debbano essere sempre le lavoratrici ed i lavoratori a pagare» ha chiosato il sindacalista sottolineando che «il bilancio dell’esercizio 2020 testimonia in maniera univoca l’alto prezzo pagato dal lavoro per il risanamento di Carrefour in Italia con un risparmio di ben 87 milioni di euro rispetto al 2019». «La voce costo del lavoro – ha evidenziato – comprendeva anche i 31,2 milioni di euro relativi agli oneri corrisposti per il progetto di ristrutturazione». «Rispetto all’esercizio precedente, senza tali oneri – ha concluso Dell’Orefice – il costo del lavoro avrebbe regiescastrato un decremento del 7,4%; si tratta di una cura da cavallo».
Il sindacalista ha invitato l’azienda «a non avviare alcun intervento gestionale previsto dal piano al fine di non complicare ulteriormente il confronto».

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