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Infrastrutture. Sindacati costruzioni: “Basta commissari e basta cambiare regole ogni settimana”

Pubblicato il 16 Giu, 2021

“Prendiamo atto delle nuove proposte di Commissariamento relative ad altre 44 opere pubbliche, che si aggiungono alle 57 già commissariate e a quelle previste dal PNRR. Opere nelle quali in molti casi, come ci risulta dai primi incontri, manca il personale tecnico e grandi sono le difficoltà riscontrate su direzione dei lavori e su progettazioni. Ora basta però: altrimenti mentre da un lato, con il decreto 77/2021, si prova a migliorare il Codice degli Appalti, dall’altra si sta di fatto agendo come se il Codice stesso non esistesse più”. Così dichiarano in una nota i Segretari Generali di FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil, Vito Panzarella, Enzo Pelle e Alessandro Genovesi.
“Tutti gli sforzi andrebbero concentrati da una parte a qualificare le stazioni appaltanti aumentando il personale tecnico e fornendo strumenti quali i bandi tipo, dall’altra attuando quanto previsto dal Codice stesso e dalle innovazioni introdotte dal decreto 77.” Per Panzarella, Pelle e Genovesi “è il momento di rimettere la Pubblica Amministrazione nelle condizioni di agire in termini ordinari nel rispetto delle regole. Dobbiamo partire dalla piena operatività e funzionalità della Banca dati nazionale dei contratti pubblici dell’Anac e relativo fascicolo virtuale dell’operatore, dall’emanazione del decreto della Funzione Pubblica previsto dall’art. 44 del Codice, dalla definizione di protocolli tipo con l’Ispettorato del Lavoro e il ministero degli Interni per il controllo sui posti di lavoro e ausilio delle prefetture contro le infiltrazioni criminali, ecc. Così come è giunto il momento – proseguono – di applicare il Codice stesso ora che, con il confronto avuto tra sindacati e Governo, sono superate le obiezioni dell’Unione Europea. Basta cambiare le norme del Codice degli Appalti ogni settimana, generando confusione e rischi oggettivi di rallentamenti e contenziosi tra le stazioni appaltanti, gli operatori economici, le lavoratrici e i lavoratori del settore. Gli appalti pubblici – concludono – devono essere uno strumento per qualificare industrialmente il settore, favorire la transizione ecologica, creare occupazione maggiore e di qualità, a partire da giovani e donne. Il PNRR potrà essere efficace solo dentro un quadro di certezze e regole, rispetto dei diritti e delle tutele dei lavoratori”.

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