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Emilia Romagna. Muratori (Femca): «Ceramiche, il fermo produttivo farebbe perdere la ripresa»

Pubblicato il 17 Nov, 2021
«Il pericolo reale del fermo produttivo è che si rischia di cadere dal treno del mercato che in questo momento è lanciatissimo, a tutto vantaggio dei concorrenti esteri che a quel punto potrebbero accaparrarsi i clienti delle imprese italiane».
Lo ha dichiarato il segretario generale della Femca Cisl Emilia Centrale Massimo Muratori in un articolo pubblicato oggi dal Resto del Carlino – edizione di Modena. Intervistato dal giornalista Gianpaolo Annese, Muratori spiega quale può essere il punto di caduta del comparto ceramico e, di conseguenza, il futuro dei quasi 26 mila addetti, alle prese con l’aumento dei costi dell’energia (quotazioni del gas da 10 a 80 centesimi al metro cubo) e delle materie prime (argilla, imballaggi, pallet di legno, noleggio dei container).
«Fino a dicembre  la situazione rimarrà sotto controllo – sostiene Muratori – A gennaio, invece, ‘l’incendio’ potrebbe divampare perché ci sono molte aziende che non hanno stipulato contratti di fornitura di energia a costi fissi: contratti che scadono proprio alla fine del 2021».
Come fronteggiare, dunque, le bollette energetiche sempre più pesanti che costringeranno in molti casi le imprese a produrre in perdita?
«Alcune aziende hanno già cominciato a ritoccare i listini dei prezzi. C’è da dire che i clienti in questa fase hanno capito la situazione. Bisognerà vedere se saranno così comprensivi anche a lungo termine, considerando che i diretti concorrenti – spagnoli, polacchi e turchi – praticano prezzi molto più bassi».
L’altra leva azionabile sono le fatidiche quattro settimane di fermo produttivo pianificando cassa integrazione o recuperi ferie. A gennaio, non a dicembre, perché quest’anno a fronte di una domanda che sempre inarrestabile (+12% rispetto al 2019, ordini fino al 2024) molte imprese rinunceranno alle consuete vacanze di Natale.
«Non credo comunque che con il nuovo anno saranno tante aziende a chiudere per un mese, – prevede il segretario Femca – anche perché il rischio concreto è di sganciarsi da un mercato che adesso corre davvero. Un conto è fermarsi quando tutto il mondo è bloccato, come per esempio durante la pandemia; un altro invece è rimanere a braccia conserte quando i tuoi concorrenti galoppano e il settore delle costruzioni è scatenato. Stanno partendo molti cantieri, si rischia di perdere clienti che poi non recuperi più».
In generale comunque per il sindacalista dei ceramisti Cisl il quadro è solo un antipasto di quello che in prospettiva sarà la vera pietanza difficile da digerire: la sostenibilità dei costi della transizione ecologica: «Se ci sono problemi già con il gas, che è un ponte tra i vecchi combustibili fossili e le energie di nuova generazione, cosa succederà quando bisognerà cimentarsi con l’idrogeno che è tutto da produrre?».
Spostandosi, poi, sul fronte occupazionale, Muratori introduce anche il nodo inflazione: «Noi abbiamo firmato il nuovo contratto quando l’aumento del livello dei prezzi era poco più dell’1%, adesso a livello europeo siamo oltre il 3%. Significa che siamo di fronte a una perdita del potere d’acquisto,» conclude il segretario generale della Femca Cisl Emilia Centrale.

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