Fisco. Sospesi per il 2016 gli aumenti dei tributi locali: una indagine Cisl sull’impatto della misura su Regioni e province

Sospese per il 2016 con la legge di stabilità le delibere degli enti regionali e locali che prevedono aumenti dei tributi e delle addizionali irpef (con l’esclusione della Tari). In una approfondita nota la Cisl verifica l’impatto che la misura viene ad avere su Regioni e Province, verificando quanto effettivamente l’obiettivo di contenimento della pressione tributaria venga raggiunto. 

Per la Cisl “complessivamente l’assetto per il 2016 dell’imposizione locale risponde a quanto chiesto dalla Cisl in termini di eliminazione dell’imposizione sull’abitazione principale e contenimento degli incrementi della tassazione locale, perché la legge di stabilità ha sospeso per il 2016 gli aumenti dei tributi e delle addizionali Irpef comunali e regionali, producendo un effetto positivo per i contribuenti ed interrompendo, così, dinamica di crescita delle addizionali Irpef comunali e regionali, che nel periodo 2010 – 2013 avevano registrato un aumento pari a oltre il 33%.

Dall’analisi si evidenzia come l’impatto della sospensione degli aumenti per il 2016 sia più significativa per le Regioni, dove si scongiura il rischio di potenziali aumenti che, in termini quantitativi, sarebbero potuti essere molto pesanti.
Per quanto riguarda i Comuni, per oltre la metà del campione la norma inserita nella legge di Stabilità non produce alcun beneficio potenziale per i lavoratori e per i pensionati poiché le aliquote risultavano già posizionate al livello massimo.
Otto Regioni su venti adottano un’aliquota proporzionale e quattro di queste (per un totale di 7,7 milioni di abitanti, il 13% sul totale della popolazione italiana) applicano il valore minimo dell’aliquota (1,23%). Delle dodici Regioni, su venti che adottano una scala di aliquote progressiva, cinque (Lombardia, Liguria, Marche, Umbria, Basilicata per un totale di 14,6 milioni di abitanti) partono dall’aliquota base dell’1,23%, arrivando in due casi al 2,33% . In tutte queste situazioni si evita che l’eventuale manovra sulle addizionali Irpef riduca, fino a vanificare, i benefici derivanti dalla cancellazione della Tasi sulla prima casa di abitazione. Resta fuori dal perimetro della sospensione degli aumenti la Tari i cui margini di incremento risultano, però, correlati agli oneri del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti.
Rimane, comunque, l’esigenza di un riassetto stabile della fiscalità locale che è sottoposta a continui cambiamenti, generando incertezza sia nei contribuenti che negli Enti locali chiamati a gestire risorse e servizi nell’interesse dei cittadini”.

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