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Previdenza: incontro tecnico al Ministero del lavoro

La nuova riunione di carattere tecnico per affrontare la riforma del sistema previdenziale si è tenuta il 3 febbraio presso il Ministero del lavoro.

Erano presenti la Capo di Gabinetto del Ministero del lavoro Elisabetta Cesqui e dirigenti del Ministero del lavoro, del Ministero dell’Economia e delle finanze e della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sono stati affrontati nello specifico le questioni inerenti la previdenza complementare, alla luce delle richieste formulate dai Sindacati nella piattaforma unitaria e in documenti integrativi e il tema della maggiore flessibilità per poter accedere alla pensione.

Quanto alla previdenza complementare, il Ministero del lavoro ha dato la disponibilità a prevedere un periodo di silenzio-assenso per la destinazione del Tfr accompagnato da una campagna di informazione ed educazione previdenziale. I tempi e le modalità di tale iniziativa saranno successivamente definiti.

La Cisl ha sottolineato l’importanza di sostenere le iscrizioni ai fondi pensione, in particolare le adesioni dei giovani, con regole fiscali di vantaggio e coerenti con l’obiettivo di integrare il reddito dei futuri pensionati e di conseguenza porre all’attenzione del tavolo di riforma della fiscale la specificità della previdenza complementare.

In merito alla flessibilità, la Cisl ha ribadito la necessità, non più differibile, di prevedere misure proiettate su di un arco temporale adeguato a dare stabilità delle regole e ha confermato la richiesta di consentire il pensionamento a partire dai 62 anni di età e anche in presenza di 41 anni di contributi a prescindere da qualsiasi requisito anagrafico.

E’ stata anche ribadita la richiesta di confermare opzione donna per i prossimi anni con gli attuali requisiti, di prevedere per le lavoratrici madri la riduzione del requisito di 12 mesi per figlio su tutte le prestazioni e di valorizzare i lavori di cura.

Rispetto ai lavori usuranti, è stato chiesto di abolire definitivamente l’aggancio del requisito alla aspettativa di vita, blocco che attualmente vale solo fino al 2026.

Accanto a queste istanze, la Cisl ha altresì sottolineato l’esigenza di correggere alcuni aspetti di funzionamento del sistema contributivo che paiono particolarmente iniqui, come le soglie economiche che condizionano l’accesso alla pensione di vecchiaia e anticipata per chi ha contributi solo a partire dal 1996 e il meccanismo di applicazione dei coefficienti di trasformazione, oggi individuati al momento del pensionamento e che invece sarebbe opportuno, su modello di altri sistemi europei, individuare in base alla coorte di nascita.

I dirigenti del Ministeri si sono riservati ulteriori approfondimenti in vista dell’incontro di carattere politico con il Ministro Orlando e il Ministro Franco che si terrà il prossimo 7 febbraio.

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