1. CISL
  2. /
  3. Notizie
  4. /
  5. Primo Piano
  6. /
  7. Manifestazione Cgil, Cisl, Uil...

Manifestazione Cgil, Cisl, Uil a Piazza Montecitorio. Sbarra: “Il Paese riparte solo con il lavoro stabile ed in assoluta sicurezza”

“Siamo qui in piazza oggi per chiedere di cambiare e riformare gli ammortizzatori sociali, per avviare le politiche attive, per finanziare un grande Piano nazionale sulla formazione  e sulla crescita delle competenze, per mandare più in profondità l’investimento sui contratti di solidarietà, allungare la durata della NASPI”.  Così il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra oggi a Piazza Montecitorio  insieme ai leader di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri nella giornata di mobilitazione indetta dalle tre confederazioni per rivendicare la proroga del blocco dei licenziamenti per tutti sino al 31 ottobre 2021, per l’approvazione della riforma degli ammortizzatori sociali, la ripresa dei tavoli di confronto sulle crisi aziendali ancora bloccati al Ministero dello Sviluppo Economico, contro la semplificazione in materia di appalti e per la stipula di un accordo nazionale su salute e sicurezza sul lavoro. 

“Rimane poi la partita delle partite, la priorità delle priorità: – ha aggiunto il leader della Cisl – vale a dire che il Governo e le associazioni datoriali rimettano in moto una dinamica sugli investimenti. Il lavoro -tiene a sottolineare Sbarra – non arriva né per legge né per decreti, il lavoro riparte se ripartono gli investimenti nelle infrastrutture, nella politica industriale, nella gestione e soluzione delle vertenze aperte al MISE, delle crisi aziendali, se si sbloccano le assunzioni nella pubblica amministrazione, nella sanità, nella scuola. Di questo oggi il paese ha bisogno. L’Italia riparte con il lavoro, l’Italia riparte con una dinamica lunga di investimenti per la crescita e lo sviluppo”.
“Il Governo torni sui suoi passi! – sottolinea Sbarra annunciando che per questo “da oggi 28 maggio parte la nostra mobilitazione. Eserciteremo pressioni sociali sulle forze politiche affinché in Parlamento si prenda un’altra strada. Sarà una mobilitazione intelligente, mai fine a se stessa, perché non serve al mondo del lavoro un protagonismo che non sia ancorato a piattaforme, proposte. E chiediamo a tutte le parti datoriali di aprirsi ad un Accordo per avviare intese” sottolinea.

E’ il lavoro che curerà l’Italia, caro Governo. Lo abbiamo gridato forte  il Primo Maggio, – ha ricordato Sbarra nel suo intervento – lo abbiamo scritto sulla pietra di quella giornata di Festa del  lavoro. E’’ il lavoro, le sue tutele, la sua dignità, la sua stabilità, il suo valore sociale, che aiuterà a risollevare il Paese dalle macerie della crisi. Per questo siamo qui di nuovo in questa piazza , nel luogo fondamentale delle nostre istituzioni, siamo qui per dare continuità  e forza ad una mobilitazione che con Cgil e Uil abbiamo voluto su tutto il territorio nazionale dal 20 di maggio, con la Giornata sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro, ed andrà avanti ancora nei prossimi giorni  perché dobbiamo fermare questa lunga scia di sangue, dobbiamo fermare quella che è una vera grande emergenza nazionale: la sicurezza nei luoghi di lavoro, che non può essere considerata un costo ma un grande investimento per il lavoro, la qualità, la sua dignità.
Investire sulla sicurezza è importante anche per il sistema delle imprese – sottolinea ancora Sbarra – le aiuta ad essere maggiormente competitive,  e ci aiuta insieme ad isolare  quelle aziende che non investono, che sfruttano le persone, che calpestano la dignità del lavoro. Investire sulla sicurezza  nei luoghi di lavoro – tiene a precisare il leader della Cisl – significa assumere più ispettori, più medici  di medicina del lavoro, più ricercatori, significa aumentare ispezioni, verifiche, controlli. Alzare le sanzioni. Significa investire sulla prevenzione, sulla formazione, far crescer la cultura della  sicurezza e significa anche far applicare, cosa che non succede, il Testo unico sulla sicurezza  che a seguito delle  nostre battaglie, delle nostre lotte il Parlamento approvò  nel 2008. Un Testo Unico che l’Europa ci invidiava, in quegli anni l’Italia era considerato un paese avanzato per l’investimento sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Da allora ad oggi mancano ancora  molti decreti attuativi nonostante siano passati 13 anni , da allora ad oggi ci siamo collocati in fondo alle graduatorie europee per cultura della sicurezza. Ecco perché dobbiamo riprendere questo tema, non accettiamo 1300 morti ogni anno e nei primi tre mesi del  2021 più di 200 vittime sui luoghi di lavoro, nonostante siano cadute le ore lavorate, nonostante milioni di persone sono in cassa integrazione. Questo significa che la questione è sfuggita di mano e che bisogna riprenderla immediatamente dialogando con il Governo, con le associazioni datoriali, più sicurezza nei luoghi di lavoro e più sicurezza sulla manutenzione anche nelle nostre infrastrutture perché la tragedia della funivia di Stresa poteva essere evitata se non si anteponeva la logica del profitto, della rendita, della finanza, sulle ragioni della vita e la salute delle persone.

Ecco perché siamo qui a suonare la campanella ad un governo che in questi tre mesi si è alternato nel dialogo e nel confronto con noi con luci ed ombre. Poche luci ma noi abbiamo il dovere di ricordare conquiste importanti. Come non apprezzare il Patto sulla Pubblica Amministrazione sottoscritto il 10 marzo, un patto importante sulla valorizzazione del lavoro pubblico; così come abbiamo apprezzato il 6 aprile quando abbiamo sottoscritto come parti sociali, aiutati e sostenuti dal governo, un Accordo di aggiornamento del Protocollo su Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro e l’altro accordo per aprire e sostenere la campagna di vaccinazione nei luoghi di lavoro. Così come abbiamo valorizzato la settimana scorsa la firma del Patto sulla scuola. Importante quella fase, sono stati segnali positivi ma non ci convince l’atteggiamento del Governo di queste ore che si assume la responsabilità di portare in Consiglio dei Ministri un decreto, il Sostegni bis, che conferma al 30 giugno l’uscita dal blocco dei licenziamenti per tutto il sistema industriale e dell’edilizia. Noi dobbiamo opporci, quella norma va cambiata perché non sono ancora venute meno le ragioni che un anno fa avevano dato luogo al blocco dei licenziamenti. Quelle ragioni continuano ad essere irrisolte”. (…) Guarda l’intervento integrale

Nel corso della manifestazione i Segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Maurizio Landini Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri sono stati ricevuti dal Presidente della Camera Roberto Fico al quale hanno esposto “le ragioni della mobilitazione sindacale che va avanti da giorni e le priorità  alla base della manifestazione di oggi” ha riferito Luigi Sbarra nel suo intervento alla manifestazione. “In primo luogo riprendere il confronto strutturale con il governo sui grandi temi: salute e sicurezza, riforme del lavoro, attuazione e presenza del sindacato nel Pnrr, gestione delle crisi al Mise e soprattutto la necessità di allungare la proroga del blocco dei licenziamenti che va collegata al rifinanziamento della cassa Covid. Il presidente Roberto Fico ci ha ascoltato e ci ha detto che farà tutto quello che è possibile nell’esercizio delle sue funzioni per tenere conto delle nostre rivendicazioni”.

Al presidio hanno preso la parola alcuni delegati/e in rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti nelle aziende colpite gravemente dalla crisi.

Pagina in aggiornamento

LEGGI ANCHE:

Condividi