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Governo Furlan: “Assenza rischia di nuocere all’economia del paese. La prudenza del Def sulla crescita riflette l’incertezza politica”

Pubblicato il 14 Apr, 2018

quirinale26 aprile 2018. “L’assenza di un Governo nella pienezza dei suoi poteri rischia di nuocere all’economia complessiva del paese, non solo per le scelte da assumere sul piano interno per consolidare la ripresa, ma soprattutto a livello europeo, dove è necessaria una presenza autorevole dell’Italia per cambiare lo Statuto europeo e la politica economica della Ue”. Lo ha detto la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, nel corso del Comitato Esecutivo dell’organizzazione riunito oggi a Roma. “La prudenza della crescita dell’economia contenuta nel Def, varato oggi dal Consiglio dei Ministri, riflette l’incertezza della situazione politica. Per questo noi speriamo che l’appello accorato del Presidente della Repubblica Mattarella al senso di responsabilità di tutti, sortisca l’effetto positivo e che si possa dare un Governo al paese in tempi brevi”, ha detto la leader della Cisl che si è anche soffermata sull’esito del voto per il rinnovo delle Rsu del pubblico impiego.

“L’onda populistica ed antisistema non è arrivata nei luoghi di lavoro” ha detto la Furlan. “Non solo si è registrata un’ altissima partecipazione al voto con punte del novanta per cento, ma le liste dei sindacati confederali hanno raggiunto insieme l’ottanta per cento dei consensi. Un dato straordinario. La Cisl è poi l’organizzazione che complessivamente è cresciuta di più in tutti i comparti pubblici e nella scuola sia in termini di voti che di percentuali, intercettando anche il consenso di tanti lavoratori non iscritti al nostro sindacato. Questo è un fatto importante, frutto dell’impegno responsabile di tutta l’organizzazione, che premia la bontà di una linea sindacale riformista, autorevole e concreta di questi anni al servizio dei bisogni dei lavoratori”.


Roma, 18 aprile 2018. “Il nostro auspicio, come sindacato, e’ che possa agevolare le forze politiche a ritrovarsi sul terreno della responsabilita’ e della generosita’ per dare un Governo autorevole e stabile nel piu’ breve tempo possibile al paese, in modo da rispondere alle emergenze economiche e sociali del paese, a partire dal tema del lavoro dei giovani”. La Segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan commenta così il mandato esplorativo conferito oggi dal Presidente della Repubblica, Mattarella, alla Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, augurandole buon lavoro. 

Gia’ nei giorni scorsi la Segretaria della Cisl aveva auspicato alla formazione di un governo in temi brevi condividendo l’appello di Mattarella ai partiti ” Il Presidente della Repubblica ha perfettamente ragione: al Paese serve un governo, all’Europa serve che l’Italia si dia un governo“. Aveva affermato Furlan in un’intervista a ‘La Stampa‘ del 14 aprile.
“Occorrono risposte per gli italiani e le italiane, che con il loro voto hanno espresso bisogni importanti – ha sottolineato la leader della Cisl. “Negli ultimi 18 mesi tanti coefficienti economici sono passati dal segno meno al segno più, ma non basta per risolvere i problemi dei cittadini. Quindi c’è bisogno di un governo che attraverso una giusta politica industriale sorregga la crescita nel nostro, e faccia sì che ci siano risultati in termini di occupazione. Un governo che possa esprimere con autorevolezza la propria posizione in Europa, a maggior ragione in questo momento così delicato, con i rischi di guerra in Medio Oriente. Dunque, fa bene il Presidente della Repubblica a richiamare con forza la responsabilità dei partiti perché venga dato un governo all’Italia”.

Furlan ha anche affermato che oggi “c’è molto individualismo e molta personalizzazione, ma servirebbe capacità di mediazione. La globalizzazione completamente deregolata ha cambiato gli equilibri economici e di potere: ci sono paesi un tempo poverissimi che sono emersi, ma l’Europa e l’Italia hanno subìto l’impatto delle delocalizzazioni e della stagnazione salariale che ci ha impoverito e aggravato la disoccupazione. Abbiamo i primi segnali positivi di crescita; per questo serve un governo che metta al centro della sua azione il lavoro. Che investa sui fattori che creano sviluppo e crescita, come infrastrutture, digitalizzazione e ricerca. Che punti a sanare il divario tra un Nord e un Sud divisi nel voto, ma anche nella competitività e nelle opportunità di impiego. Ci vuole un governo di responsabilità, che dia certezze, che indichi un disegno strategico per la produzione e per il lavoro, che risponda alla povertà, alla forbice che si è allargata tra ricchi e poveri. Che riunifichi il Paese, che solo intero può davvero uscire dalla crisi”.

La Segretaria generale della Cisl ha definito “questa campagna elettorale tra le peggiori di sempre, anche in termini di scontro e di linguaggio tra i partiti. Ma c’è un bene comune che si chiama Italia. E credo che all’appello del bene comune nessun partito si può sottrarre. E c’è l’Europa: come ci poniamo? Di fronte a chi avversa l’Ue e a chi si dice agnostico, io dico che l’Italia si deve caratterizzare nettamente come paese europeista, incidendo in sede europea. Come vogliamo intervenire sullo statuto economico europeo, come vogliamo cambi il fiscal compact? Cosa deve fare l’Europa per incidere sulla crescita e sull’occupazione? Dobbiamo esserci per decidere». Furlan si augura “un governo che metta al centro il lavoro e il benessere dei cittadini, il ruolo dell’Italia in Europa, che rafforzi l’Europa come fattore di mediazione e di pace. Il resto è solo personalismo che non aiuta nessuno». E riguardo alla posizione che dovranno occupare i partiti usciti sconfitti dalle urne nel futuro Governo, Furlan ha parlato del Presidente della Repubblica come colui che deciderà sul da farsi ed indicherà la strada. Ma è necessario che nella politica emerga responsabilità e generosità per dare forza a proposte vere, serie, concrete e percorribili. E sarebbe bene che la politica ora guardasse a un rapporto diverso con le parti sociali. Un paese che vuole crescere e creare lavoro ha bisogno anche di un rapporto forte con le parti sociali”.

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