Roma, 18 maggio 2016 – “La discussione in corso sulle proposte di apertura estiva e festiva delle scuole rischia di alimentare un equivoco che è bene invece rimuovere subito, stabilendo con nettezza il confine tra ciò che può e deve essere definito scuola e ciò che rientra, invece, in una sfera di interventi di natura differente”. Lo sottolinea Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola in una nota che così prosegue: “Non per stabilire insensate “gerarchie” di importanza tra servizi tutti indispensabili (istruzione, assistenza, cura…), ma per aver chiaro quali e quanti soggetti entrano in gioco in partite di questo genere e che cosa a ciascuno di essi può essere richiesto: va da sé che non può toccare alla scuola far fronte da sola, e in modo indifferenziato, a tutte le esigenze che esprimono i ragazzi, le famiglie e l’intera comunità. Non lo può fare per le risorse di cui dispone, già insufficienti a reggere il suo ordinario impegno, né può essere trascinata in compiti che ne snaturino identità e missione. Quest’ultima preoccupazione viene ancor prima di quelle legate a ipotetici nuovi e diversi carichi di lavoro del personale. Chiedere alla scuola ciò che è della scuola e al sociale ciò che è del sociale è il primo punto di chiarezza che si esige. Dopo di che si può anche immaginare un’area di servizi aggiuntivi svolti da altri soggetti, a partire dagli Enti Locali, in un contesto di collegamento e di progetti coordinati, in cui la scuola dell’autonomia sia messa in condizione di esprimere le sue potenzialità e il suo protagonismo (come del resto da tante parti già avviene) anche perché attivamente sostenuta dalle istituzioni territoriali e dalla comunità locale. È in questo contesto che possono essere esplorate anche le vie di una più ampia e partecipata gestione sociale dei servizi rivolti ai ragazzi, alle loro esigenze, alle loro fragilità; una gestione aperta a esperienze di volontariato, della cui qualità e competenza la scuola possa svolgere un ruolo di controllo e di garanzia. Sono sfide complesse che esigono adeguati investimenti di risorse e di intelligenza: non se ne faccia solo l’ennesima occasione per qualche uscita estemporanea, destinata ad alimentare attese che non si sa quanto potranno essere soddisfatte, o a suscitare la comprensibile preoccupazione di chi teme di vedersi caricare sulle spalle l’ennesimo fardello.