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Emilia Romagna. Sindacati: “Lavoratori agricoli stagionali esclusi dal “decreto Sostegni”. Domani presidio davanti alle prefetture”

9 aprile 2021. Anche a Modena i sindacati Fai Cisl Emilia Centrale, Flai Cgil Modena e Uila Uil Modena promuovono per domani (ore 10-12) un presidio davanti alla prefettura. Sono 13.125 (dati Inps 2018) gli operai agricoli a tempo determinato (otd) occupati nelle aziende agricole private e cooperative della provincia modenese.

Nel 2020 i lavoratori agricoli sono stati impegnati nelle attività essenziali per garantire la continuità delle produzioni agricole, anche in situazioni di rischio rispetto al contagio.

A questo si aggiunge una contrazione del reddito a causa della diminuzione delle giornate lavorate nel 2020, la stasi delle negoziazioni per il rinnovo del contratto provinciale degli operai agricoli privati (scaduto da 15 mesi) e i tentativi di reintrodurre i voucher in agricoltura.

«I lavoratori agricoli, quelli che lavorano negli agriturismi e nel settore del florovivaismo, sono stati nuovamente discriminati», dicono le organizzazioni sindacali, che hanno deciso di mobilitare la categoria e chiesto l’incontro con i ministri del Lavoro, dell’Agricoltura, le Commissioni Lavoro, Bilancio e Agricoltura di Camera e Senato.

A livello nazionale i lavoratori nel 2020 hanno perso milioni di giornate di lavoro, mentre in Emilia-Romagna si stima la perdita di oltre 550 mila giornate lavorative a causa della crisi del canale horeca (hotel, ristoranti, catering) ma anche a causa delle intemperie climatiche e cimici asiatiche che hanno colpito duramente i territori a maggior vocazione ortofrutticola come il Ravennate (-26% delle giornate lavorate rispetto al 2019).

Mercoledì 31 marzo si è svolto un presidio di lavoratori davanti al Senato per spiegare le richieste di modifica e integrazione al decreto “Sostegni”.

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil chiedono la garanzia per l’anno 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019; l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi; tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali Xylella e cimice asiatica che provocano una perdita di reddito per i lavoratori, ma anche la perdita di diritti previdenziali e assistenziali, compreso il possibile mancato riconoscimento della disoccupazione agricola (le lavoratrici, ancora una volta, sono le più penalizzate); riconoscimento di una cassa integrazione stabile anche per i pescatori vista la forte riduzione dell’attività di pesca; il bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza.

Oltre a questi punti, che i sindacati reputano essenziali, nelle mobilitazioni presenteranno anche la richiesta di riconoscere la “clausola sulla condizionalità sociale” nella Pac (Politica agricola comune) e nei Psr (Piani di sviluppo rurale), per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali.

Inoltre rimarcheranno la loro contrarietà al tentativo di semplificare l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori.

Infine, Fai-Flai-Uila ribadiscono l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, scaduti il 31 dicembre 2019, che in Emilia-Romagna non vedono ancora nessun rinnovo (a livello nazionale ne sono stati rinnovati solo nove su 96).

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