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Inail. Colombini: “Su denunce di contagio Covid in occasione di lavoro i conti non tornano”

Pubblicato il 19 Lug, 2021

“Più di altre volte la pubblicazione del Rapporto annuale INAIL richiederà analisi ed approfondimenti ampi, oltre alle rilevanti considerazioni, proposte e sviluppi sul tema delle tutele, già avanzate questa mattina, in occasione della presentazione, dai vertici dell’Istituto e dal ministro del lavoro. Quello che colpisce dal Rapporto non è tanto la decrescita di circa l’11% rispetto al 2019, in merito agli infortuni sul lavoro, considerata la ridotta attività svoltasi nello scorso anno, ma che solo un quarto delle denunce sono relative ad accadimenti da contagio Covid in occasione di lavoro”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini.

“Tenuto conto delle tante attività lavorative non sospese e dei numeri altissimi di contagiati registrati nei mesi più bui della pandemia- sottolinea Colombini- i conti non tornano, evidenziando quante denunce mancano, lasciando così molti lavoratori scoperti da adeguata tutela assicurativa. Il Covid ha fatto esplodere il problema della mancata copertura assicurativa, vi sono anche molti lavoratori che non sono ricompresi tra le categorie tutelate dall’INAIL, differenziazione inaccettabile, ancor più oggi alla luce di quanto accaduto, specie se si evidenzia che le categorie più colpite sono proprio quelle escluse, a partire dai medici di base. Un impegno alla risoluzione in tempi brevi, richiesta da tempo dalla Cisl, esplicitato dal Presidente Bettoni e confermato dal Ministro Orlando, al quale non possiamo che associarci. Se tutti auspichiamo che l’estate che stiamo vivendo non sia una copia di quella dello scorso anno, guardando all’autunno come un vero tempo di ripartenza, sociale ed economica, da vaccinati e liberi, non si può accettare che non venga definitivamente abbassata, se non eliminata, la franchigia di riconoscimento per le conseguenze di danno da infortunio. I contagiati da Covid hanno già sofferto con la malattia, non devono vedersi privati della rendita per i postumi che da questa possono derivare. Il futuro è fatto per guardare avanti e sperare sempre nel miglioramento continuo. L’esperienza della pandemia ci deve aiutare a fare quei passi importanti di cambiamento che fino ad oggi non si sono completati. La convergenza di volontà, tra istituzioni, governo e sindacati, sembra perfetta per poter realizzare quanto auspicato”. “Adesso- conclude Colombini- occorre solo rendere agito quanto necessario”.

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