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Caterpillar. Uliano (Fim Cisl): “Chiesto intervento del Ministero, il piano di chiusura è assurdo, inaccettabile e da respingere”

Pubblicato il 12 Dic, 2021

Leggendo le motivazioni scritte nella lettera di licenziamento degli oltre 200 lavoratori del sito di Jesi, è ancor più incomprensibile, irresponsabile e inaccettabile la decisione della multinazionale Caterpillar.

Non manca l’attività e i volumi, si lavora a pieno regime su 3 turni, la situazione economica e finanziaria è positiva, ma si decide di chiudere lo stabilimento spostando le produzioni a fornitori terzi e dirottandole in Messico e Cina. Tra le motivazioni si afferma che il “costo del prodotto è più alto del 20% rispetto a Messico” e i macchinari in uso a Jesi “sono troppo vecchi”.

Quindi la società spiega che una sua mancanza, cioè quella di non aver investito nello stabilimento di Jesi, ha generato costi maggiori e macchinari con età media più avanzata, è la ragione per chiudere questa importante realtà industriale e licenziare 200 lavoratori.

Come organizzazioni sindacali, agiremo a tutti i livelli istituzionali per costringere l’azienda a ritirare il piano di chiusura dello stabilimento di Jesi, aprendo un negoziato con il sindacato per attuare le scelte necessarie volte a garantire la prospettiva industriale e occupazionale del sito. Riteniamo che anche la stessa Confindustria non possa accettare che una propria associata decida in maniera irresponsabile di procedere con i licenziamenti, anziché aprire un confronto a tutto campo con il sindacato volto a intraprendere soluzioni alternative alla chiusura.

Nel frattempo metteremo in campo tutte le iniziative di lotta e di pressione per modificare questa decisione, già da Lunedìprossimo le nostre Rsu procederanno con le assemblee di fabbrica e con le iniziative di sciopero.

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