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Terziario. Guarini (Fisascat Cisl): “Contratti terziario. Bene impegno del Governo su rinnovo Ccnl scaduti. Contrattazione collettiva per aumentare salari”

Pubblicato il 9 Gen, 2023

«Bene l’impegno del Governo ad intervenire sul rinnovo dei Contratti nazionali scaduti. La questione salariale, pur essendo una delle maggiori emergenze del Paese, continua a restare ai margini del dibattito politico mentre i lavoratori italiani sono sempre più poveri. La strada maestra per aumentare i salari è e resta la contrattazione collettiva, la revisione delle retribuzioni e della normativa è una priorità per milioni di lavoratrici e lavoratori». Così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini ha commentato le dichiarazioni della viceministra al Lavoro e alle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci.Il sindacalista ha rinnovato l’appello alle Parti Sociali firmatarie la contrattazione nei settori del terziario di mercato rilanciando sull’urgenza di «definire i rinnovi contrattuali attesi da più di 5milioni di lavoratori del terziario e della distribuzione commerciale, del turismo, dei pubblici esercizie della ristorazione, della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, degli studi professionali, delle aziende termali, delle cooperative sociali, del settore socio sanitario assistenziale e del lavoro domestico». Il sindacalista ha sollecitato «un decisivo intervento dello Stato per incentivare la contrattazione collettiva anche tramite tagli contributivi alle imprese da legare agli aumenti contrattuali e sgravi fiscali per le lavoratrici e i lavoratori» ed ha invitato le Parti Sociali «a concertare un meccanismo disincentivante che sia in ogni caso utile a recuperare la perdita di potere di acquisto subita dalle lavoratrici e dai lavoratori nei periodi di vacanza contrattuale».«La scarsa diffusione della contrattazione decentrata, aziendale e territoriale – ha aggiunto il sindacalista – vanifica l’unico strumento collettivo in grado di redistribuire la produttività tra imprese e lavoratori, incrementando in questo modo il potere di acquisto dei salari», uno strumento da supportare «con una legislazione di sostegno che semplifichi la disciplina e renda gli sgravi più strutturali e fruibili». Guarini ha poi rimarcato sulla necessità di «ripensare logiche di adeguamento dei salari che hanno guidato la contrattazione dal 2009 ad oggi». Nel dettaglio, per il sindacalista, «l’indice Ipca non può più essere ritenuto in grado di assicurare coerenza tra gli aumenti salariali e il costo della vita, che è la funzione centrale della parte economica di qualsiasi contratto nazionale».Per Guarini «la revisione del parametro deve inserirsi in una strategia di più ampio respiro tesa a rinegoziare l’intero modello contrattuale e a correggerne le inefficienze, a partire dai ritardi strutturali dei rinnovi contrattuali e dagli atteggiamenti volutamente dilatori delle controparti datoriali, finalizzati esclusivamente a pagare in ritardo gli incrementi dovuti e per questa via basare la concorrenza sul risparmio del costo del lavoro anziché sugl iinvestimenti in produttività».

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