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Trasporti. Fit-Cisl: “Tpl. Lavoratori a Venezia non tutelati. Chiediamo tavolo al Mims”

Pubblicato il 7 Giu, 2021

 

“Da oggi le lavoratrici e i lavoratori di Actv, società di trasporto pubblico locale di Venezia, al fine di tutelare la loro incolumità fisica, in assenza di idonee misure di prevenzione e al verificarsi di situazioni di pericolo, potrebbero essere costretti a non garantire un servizio regolare e ciò a causa dell’impressionante serie di aggressioni subite da numerosi colleghi negli ultimi giorni. Le criticità che si sono determinate sono note all’azienda. Atteso che il fenomeno è diffuso su tutto il territorio nazionale e considerata la pericolosa escalation che si è registrata a Venezia, al fine di approcciare in maniera sistemica il fenomeno, auspichiamo che Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili apra, in tempi brevissimi, un tavolo per affrontare questa emergenza che sta crescendo ovunque in Italia”. È quanto dichiara la Fit-Cisl aggiungendo che: “Abbiamo registrato aggressioni in modo ripetitivo nei fine settimana del mese di maggio, nonché nelle giornate del 1 – 2 – 3- 4 giugno 2021 nei confronti dei dipendenti di ACTV spa in servizio di linea. In modo altrettanto ripetitivo il sindacato si è appellato alla società Actv perché agisca a tutela dei suoi dipendenti, sapendo che la sicurezza dovrebbe essere al primo posto in ogni azienda, altrimenti poi ci tocca raccogliere le immancabili lacrime di coccodrillo. Actv però non ha ancora messo in campo efficaci azioni di contrasto al grave fenomeno. Sicuramente il numero delle aggressioni è aumentato perché l’affluenza di turisti a Venezia sta tornando a crescere, ma Actv non ha previsto un coerente incremento dei mezzi in servizio, la cui capienza rimane fissata, per disposizione delle competenti autorità, al 50% per l’emergenza pandemica”.
Conclude la Fit-Cisl: “La sicurezza è un problema di tutti, anche nel trasporto pubblico locale, quindi ognuno può e deve fare la sua parte. Ciascuno si assuma le sue responsabilità senza attendere che la situazione degeneri ulteriormente”.

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